IL MISTERO DELLA FIGURA DI GESU’

Corriere di Ragusa Cultura Biblica

IL MISTERO DELLA FIGURA DI GESU’

IL MISTERO DELLA FIGURA DI GESU’

 Gesù non ha lasciato nulla di scritto, ma neppure gli evangelisti, cioè gli autori stessi che attraverso i Vangeli ci hanno fatto conoscere tutto quello che oggi sappiamo sulla vita e le opere di Gesù, non si sono preoccupati di dare almeno un cenno riguardante il suo aspetto fisico, la sua famiglia, la sua infanzia, nulla che potesse interessare la curiosità umana. Tacciono sulla sua formazione scolastica di chi è definito come “Maestro”, non riportano con esattezza notizie tra la nascita e l’inizio della sua predicazione, ad eccezione di Gesù dodicenne che discute con i dottori della Legge nel Tempio di Gerusalemme.

Silenzi inspiegabili, giacché in tutti i racconti mitologici o d’epopea religiosa gli autori mostrano la costante preoccupazione di descrivere il loro eroe, al fine di conferirgli autorevolezza, credibilità e personalità. Perché poi la morte in croce, proprio quella di cui il mondo antico aveva più orrore e disprezzo? Un’assurdità! Scrittori falsari avrebbero certamente evitato di inventare la croce come strumento di morte del Cristo. Uno scandalo per i Cristiani delle origini, che non accettarono di buon grado l’idea che il loro Messia fosse morto proprio in croce, un tipo di esecuzione riservata ai comuni malfattori. Perché poi una morte infamante, resa pubblica nel posto più in vista di Gerusalemme affollata per la Pasqua, mentre il momento della gloriosa risurrezione è celato nel buio e nel segreto di una tomba, svelato solamente alla cerchia ristretta dei discepoli? Per dare conferma e attendibilità alla sua missione sarebbe potuto apparire in pubblico a qualcuno dei suoi avversari! Il paradosso continua anche dopo la sua morte. In tutto l’impero romano, gli storici lo ignorano, i documenti del giudaismo, pur senza negare il Gesù storico, lo usano come fonte di scherno e di biasimo e i sapienti disconoscono la sua dottrina.

Un Gesù lasciato solo, anche se in costante comunione con il Padre, che affidava ingenuamente la sua dottrina in mano a dei rozzi collaboratori, sembrava essere destinato a porre la parola fine a tutto il suo ‘Progetto’. Invece, la situazione incredibilmente si capovolge:

Gesù vince la morte e risorge! Dopo oltre duemila anni di storia Gesù, ancora oggi, ci appare più vivo di prima. Si hanno quindi buone ragioni per affermare che questo Messia, pur avendo scelto solo ‘apparentemente’ la via per fallire, ci vuole far scoprire che il suo messaggio è veramente fondato su “Principi e Valori Universali” che superano ogni barriera di tempo e di spazio. Ed è lo stesso evangelista Matteo ad attestarlo, mettendo in bocca a Gesù le seguenti parole: «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Cap. 24, 35).

 

                   Gesù’ – Un Messia annunziato fin dall’inizio della storia

 L’attesa del Messia annunziato nella Bibbia come promessa vaga e indistinta nel primo libro della Genesi, diventa sempre più precisa col dispiegarsi dei vari capitoli – Dio rivolgendosi al serpente disse: «metterò inimicizia tra te e la donna, fra la tua e la sua discendenza. Questa discendenza ti schiaccerà il capo e tu?? la colpirai al calcagno» (Gen 3, 14-15). Gli esegeti hanno visto nella donna, Maria, e nella sua discendenza, Gesù. Sono più di trecento i passi messianici delle Sacre Scritture nei quali si annunzia la venuta di un’autentica figura autorevole che uscirà da Israele e che estenderà il suo dominio su tutti i popoli. Il profeta Isaia, otto secoli prima della nascita di Cristo, annunziava il ‘Salvatore’ il quale «non giudicherà più secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire, ma giudicherà con giustizia i poveri e prenderà decisioni eque per gli oppressi della terra». (Isaia 11,3-4). Il profeta Ezechiele ripone la sua speranza messianica in un ‘nuovo Davide’ che pascolerà le pecore di Dio e sarà il loro pastore. Nel libro del profeta Daniele, fra i più tardi della Bibbia (intorno al 160 a.C.), con precisione sorprendente, si conferma l’imminente realizzazione dell’attesa messianica dei Giudei, con la venuta di un personaggio definito “il Figlio di uomo”, espressione emblematica che sarà poi ripresa nei Vangeli. Nel libro del Deuteronomio (cap. 18), Dio indica la via della fede con una forma di promessa «Il Signore Dio tuo susciterà per te un profeta pari a me, a Lui darai ascolto». Queste parole si riferivano in particolare a un “Nuovo Mosè” la cui caratteristica fondamentale sarà quella di parlare con Dio ‘faccia a faccia’, come un amico tratta con l’amico. Il suo tratto distintivo sarà l’accesso immediato a Dio, così da poter comunicare la volontà e la Parola di Dio direttamente e senza intermediari. Il “Nuovo Mosè diventerà il mediatore di un’alleanza superiore a quella instaurata con Mosè sul Sinai.    

È sorprendente rilevare che proprio in quel tempo, non solo Israele, ma anche altri popoli erano nell’attesa di ‘qualcuno’ che doveva venire dalla Galilea. Giuseppe Flavio, uno scrittore ebreo, e gli storici latini Tacito e Svetonio, scrivevano che i popoli erano in fermento per l’attesa di un dominatore del mondo che avrebbe non solo vinto, ma addirittura sottomesso il grande impero romano. Ma c’è di più, dall’archeologia vengono una serie di testimonianze secondo cui la più celebre astrologia del mondo antico, quella babilonese, era nell’attesa del Messia dalla Palestina; ne aveva previsto anche la data a partire dall’anno 7 a.C., data che è tra quelle che gli studiosi danno fra le più probabili per la nascita di Gesù. Dal ritrovamento di un papiro egiziano, che riporta con esattezza i moti dei pianeti dal 17 a.C. al 10 d.C., si rileva che nell’anno 7 a.C., a seguito della congiunzione di Giove e Saturno, nella costellazione dei Pesci scaturì una luce intensa e oltre modo visibile nel cielo di tutto il Mediterraneo. Il racconto certamente simbolico dell’evangelista Matteo, secondo il quale una stella avrebbe brillato nel cielo di Betlemme alla nascita di Gesù, potrebbe essere fondato su un fenomeno astrologico realmente accaduto. In conclusione, i documenti storici del tempo confermano l’attesa di un Messia che doveva giungere in Israele. È stupefacente rilevare che se n’era stabilita anche la data!

         GESU’ – Un Messia che sconvolge le attese, ma non è da tutti riconosciuto

 Il Cristianesimo è scaturito da un popolo, quello ebraico, che ha vissuto una storia tormentata a partire dall’esilio babilonese, continuando con la dominazione dei Persiani, dei re Ellenisti, fino all’oppressione dell’impero romano.

Il popolo ebraico attendeva un Messia che sarebbe stato nello stesso tempo re-terreno e gran sacerdote, un Messia da accogliere come condottiero nazionale perché doveva liberare Israele dal dominio oppressivo dei Romani. L’attesa era rivolta a una guida carismatica, un capo politico e terreno, apportatore di salvezza soltanto per gli Ebrei, che doveva condurre Israele a dominare il mondo con la forza. Il Messia giunse davvero nel momento in cui tutto Israele l’attendeva, ma grande fu la delusione dei Giudei quando si resero conto che la loro attesa andava in direzione opposta. Il Messia, infatti, sosteneva l’assoluta uguaglianza degli uomini, abolendo la distinzione fra liberi e schiavi; ciò che per il mondo era un male, per Gesù era un bene e ciò che per il mondo era un bene, per Gesù era un male. La povertà, l’umiltà, la sottomissione, il sopportare silenziosamente le ingiurie, il tirarsi indietro per far posto agli altri, tutti sommi mali per il mondo di allora, erano sommi beni per Gesù. Gesù affermava che per entrare nel regno dei cieli era necessario assumere l’atteggiamento dei bambini, dei “piccoli”, cioè delle persone semplici e indifese. Viceversa le ricchezze, gli onori, il potere, il dominio sugli altri e tante altre cose che formavano oggetto di felicità per il mondo rappresentavano, secondo Gesù, non tanto un male quanto un pericolo gravissimo. La sua  predicazione, in altre parole, disattese le speranze politiche del suo popolo, perché era fondata su un cambiamento radicale nel modo di considerare la vita e le cose, auspicando un ravvedimento spirituale. I giudei, infatti, non capirono che l’unico scopo della missione del Messia era quello di annunziare la novità del Regno di Dio.

Le affermazioni di Gesù cozzavano con la mentalità comune del tempo, e tutto questo renderà ancor più difficile la sua missione e la sua predicazione. Gesù non sarà accolto dalla maggior parte della gente ed in particolare si profila l’ostilità dei reggenti di quel popolo eletto, ossia i Maestri della Legge e i Sommi Sacerdoti del Tempio che si consideravano perfetti, quali unici interpreti qualificati e autentici custodi della “Legge” rivelata da Dio a Mosè sul monte Sinai. Dal racconto degli evangelisti apprendiamo che dopo averlo tollerato per qualche tempo, lo arrestarono a tradimento con la complicità di uno dei suoi discepoli, lo condannarono per violazione della Legge mosaica e lo fecero ricondannare a morte dalle autorità politiche romane per imputazioni civili. Gesù muore sulla croce senza opporre alcuna resistenza, lasciando che il corso degli eventi lo travolga e lo annienti.

          Così il tanto atteso Messia alla fine morirà crocifisso, di una morte considerata   a quei tempi infamante perché riservata ai malfattori!

 

 

 

 

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