Preparazione alla lettura dei Vangeli

Corriere di Ragusa Cultura Biblica

Preparazione alla lettura dei Vangeli

PREPARAZIONE ALLA LETTURA DEI VANGELI

 L’ambiente culturale e religioso ai tempi di Gesù: il Giudaismo

 Gli Ebrei, nonostante fossero costretti a subire l’autorità dei Romani, in effetti rivolgevano la loro fedeltà principalmente ai sacerdoti. Costoro esercitavano un forte potere sul popolo e lo stesso procuratore romano aveva bisogno del loro sostegno. Tutta la vita ebraica, infatti, si svolgeva sotto la luce divina della “Legge”, la “Torah”, che in concreto si traduceva nel cosiddetto “Giudaismo” : un sistema socio-politico-religioso, costituito dal complesso delle dottrine ebraiche, fondato sul rispetto assoluto della Legge, in grado di regolare tutte le particolari circostanze della vita sociale.

A quanto riferisce lo storico ebreo Giuseppe Flavio, ai tempi in cui visse Gesù il giudaismo ufficiale era rappresentato dai Sadducei, dai Farisei e dai Maestri della Legge. Sadducei e Farisei rappresentavano la classe sacerdotale; i Maestri della Legge erano dei letterati laici che operavano nella Sinagoga. Ai margini gravitavano parecchie sette come gli Esseni e gli Zeloti. Gli Esseni rappresentavano un’associazione religioso-monastica che viveva isolata nel deserto, ostile alla classe giudaica dominante. Gli Zeloti costituivano un’ala estremista fanatico-rivoluzionaria del partito dei  farisei, che si opponeva con la violenza al dominio di Roma sul popolo giudaico.

Le istituzioni erano guidate da un’amministrazione civile e religiosa che ruotava attorno alla Sinagoga, luogo d’adunanza, di lettura e di meditazione della Legge. La Sinagoga svolgeva le funzioni di scuola, di centro culturale e luogo di culto spirituale. Questo consisteva essenzialmente nella preghiera, nella lettura della Torah e nella sua spiegazione. Responsabili e capi della Sinagoga erano i Maestri della Legge:  studiosi ebrei e interpreti della Legge di Mosè. Avevano molta autorità ed esercitavano la funzione di teologi e di giuristi; essi vigilavano affinché fossero rispettate le norme sancite nella Legge di Mosè.

 Sadducei, Farisei, Scribi e Maestri della Legge

 L’origine dei Sadducei e dei Farisei risalgono al periodo in cui la società ebraica dovette subire la pressione di un’ellenizzazione forzata per opera dei Seleucidi di Siria (c.a. II° secolo a.C.). Gli ebrei che non si adattarono furono perseguitati; il giudaismo piombò in una crisi da cui poté risollevarsi grazie al partito dei Farisei, un movimento politico-religioso minoritario che gradualmente si organizzò in opposizione ai Seleucidi, appoggiati agli inizi dal gruppo sacerdotale dei Sadducei che invece erano favorevoli alle innovazioni ellenistiche. Questa situazione innescò una serie di lotte intestine che si tradussero in una guerra civile sedata nel 63 a.C. dal generale romano Pompeo. La Giudea, di fatto, diveniva un protettorato di Roma. Sotto il dominio di Roma le ribellioni furono numerose; dureranno fino a causare per la seconda volta nella storia d’Israele la distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C.

In questo intreccio di profonde lotte religiose all’interno della società giudaica, emerse una categoria laica degli Scribi e dei Maestri della Legge i quali, alla lunga, diventarono un polo antagonista al sacerdozio. La religione ebraica subì gradualmente una radicale evoluzione: accanto al <Tempio>, luogo del sacrificio propiziato dai sacerdoti, s’impose la <Sinagoga>, luogo d’adunanza, di lettura e di meditazione della Legge, all’interno della quale il sacerdote non poteva assumere alcuna posizione di rilievo. Nonostante la Legge fosse ritenuta perfetta per le sue origini divine, essa però aveva bisogno di essere spiegata e interpretata per applicarla ai problemi concreti e individuali. Questo sforzo di esplicitazione portò allo sviluppo, attorno alla “Legge Scritta”, della cosiddetta “Tradizione Orale”. La trasgressione ad una sola delle prescrizioni era valutata come un’infrazione a tutta la Legge. Sotto l’azione di un legalismo rigido, intransigente e senza compromessi, il giudaismo ufficiale stabilisce il suo canone nella rigida osservanza della Legge di Mosè.

Gli Scribi sono spesso associati ai Farisei, perché la maggior parte di essi aderiva al gruppo religioso farisaico. Erano prevalentemente laici, che si dedicavano allo studio e all’esatta applicazione della legge mosaica, la Toràh. Agli Scribi veniva deputato il compito di spiegare e applicare la legge di Mosè nei casi concreti di vita quotidiana. Assolvevano anche il compito di risolvere i problemi giuridici, le liti giudiziarie sulla base della Toràh, che rappresentava per ogni ebreo il codice supremo.

La situazione politico-religiosa della Palestina ai tempi di Gesù

  Ai tempi di Gesù la Classe Sacerdotale era formata da due raggruppamenti: il partito dei Sadducei e dei Farisei. I Sadducei costituivano l’aristocrazia sacerdotale che presiedeva alle funzioni liturgiche svolte nel Tempio di Gerusalemme, considerato il luogo  in  cui si  rendeva  concreta  la presenza di Dio. Gerusalemme era considerata la Città Santa, la città celeste, centro non soltanto del giudaismo ma di tutto il mondo. Politicamente i Sadducei si appoggiarono al potere politico dei romani. Il Sommo Sacerdote, d’origine sadducea, era il custode del Tempio. Godeva del più alto prestigio nella vita religiosa giudaica, perché era l’unico che poteva entrare nella parte più sacra del tempio per intercedere una volta l’anno in favore del popolo. Nominato dalle autorità romane presiedeva il Tribunale ebraico, detto Sinedrio, assemblea di 70 elementi, sacerdoti e laici, competenti in materia civile e religiosa.

La classe sacerdotale dei Sadducei rappresentava un polo religioso che si opponeva alla dottrina degli Scribi e dei Farisei, a causa dell’antagonismo crescente fra rappresentanti del Tempio e della Sinagoga. Non è facile fare una valutazione dei Sadducei, perché di loro non si hanno notizie sufficienti. Nella documentazione antica (Giuseppe Flavio, scritti neo-testamentari, e rabbinici) sono ricordati in modo decisamente negativo. Certamente assunsero un peso importante sul piano politico-religioso sotto la dominazione diretta di Roma. La lunga permanenza d’incarico di Sommo Sacerdote nella famiglia di Anna e del genero Caifa presuppone una certa collaborazione con le autorità politiche di Roma. Gesù durante il suo ministero non ebbe occasione di scontrarsi con il gruppo religioso dei Sadducei; ma quando si recò per l’ultima volta per la Pasqua a Gerusalemme essi certamente ebbero un ruolo decisivo nella soppressione violenta dello scomodo avversario. I Sadducei erano conservatori, non solo in politica ma anche in materia religiosa. In materia dottrinale riconoscevano come statuto fondamentale ed unico la “Torah”, la legge scritta consegnata da Dio a Mosè alla nazione. In contrapposizione ai Farisei rifiutavano la tradizione orale e qualsiasi novità in campo dottrinale per timore che le interpretazioni da parte dei farisei potessero compromettere i loro privilegi sacerdotali e i loro interessi politici.

I Farisei, al contrario dei Sadducei, ritenevano invece che a completamento della “Legge Scritta” esistesse anche la “Legge Orale”, rappresentata dagli innumerevoli precetti della tradizione miranti ad interpretare la legge in maniera più dinamica, nello sforzo di attualizzarla per la gente del loro tempo. La crescente rivalità fra Sadducei e Farisei determinò un bipolarismo: da una parte i Sadducei, ai quali restava il predominio del Tempio, dall’altra i Farisei che, da partito originariamente politico, divennero un gruppo religioso che operava nella Sinagoga. In realtà, l’interpretazione farisaica della Legge di Mosè determinò alla fine un eccessivo rigorismo morale e un intransigente zelo religioso, soprattutto formale. Infatti la dottrina dei Farisei si caratterizzava per la rigida osservanza della legge mosaica e anche della tradizione orale. Anche i Vangeli ci informano bene quanto fosse minuziosa e severa la normativa farisaica circa il riposo sabatico e la purità rituale. Sul piano socio-politico mentre i Sadducei furono sempre schierati con l’aristocrazia e con il potere politico dominante, al contrario i Farisei si schierarono, se non dalla parte dei più umili, certamente dalla parte della piccola borghesia (artigiani, commercianti, piccoli imprenditori). Con l’andare degli anni la classe sacerdotale dei Sadducei cadde in declino e nella vita religiosa ebraica accanto al Tempio cominciò ad acquistare sempre più importanza la Sinagoga. I Sadducei scomparvero definitivamente di scena con la distruzione del Tempio Gerusalemme nel 70 d.C., lasciando il posto ai Farisei che si riorganizzarono a Jamnia e finirono per estendere definitivamente il loro influsso su tutta la vita religiosa della Palestina. I Farisei contribuirono al rinnovamento del giudaismo e a preservarne l’identità. Da allora però ebbe inizio anche una discriminazione sempre più accentuata nei confronti dei cristiani. Questo determinò la frattura irreversibile fra il giudaismo e il nascente movimento cristiano. La loro dottrina in pratica s’identificò col “Giudaismo Ufficiale”. Sicuramente le loro elaborazioni dottrinali della Legge in materia di tradizione posero le basi del “Rabbinismo” che sarebbe stato a fondamento del moderno “Ebraismo”.

I Vangeli descrivono i Farisei come persone ipocrite e maniaci del formalismo legale. Il riordino del giudaismo a Jamnia certamente non poteva non lasciare profonde tracce nella redazione dei Vangeli. Per questo il fariseismo fu oggetto di giudizi molto severi e pesanti, soprattutto da parte degli evangelisti Matteo e Giovanni. Questa presentazione, anche se non completamente falsa, non riflette probabilmente con esattezza la loro immagine. Gli studi moderni hanno riabilitato in larga misura i farisei per il loro ruolo fondamentale nello sviluppo del giudaismo e per la loro profonda religiosità accentrata sulla spiritualità e sulla meditazione. È invece difficile ricostruire attraverso i Vangeli un quadro preciso del movimento religioso dei Sadducei all’interno del giudaismo ufficiale, poiché non ci sono pervenute testimonianze dirette. Come appare dal racconto degli evangelisti non furono i farisei i maggiori responsabili religiosi che decretarono la condanna a morte di Gesù. Sembra, infatti,  alquanto probabile che tutta la storia della passione di Gesù si sia svolta in ambiente sadduceo.  

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