Quel che resta del centro storico di Ragusa superiore nell’arco di un decennio. Perdita d’identità vitale e culturale

Corriere di Ragusa Attualità

Quel che resta del centro storico di Ragusa superiore nell’arco di un decennio. Perdita d’identità vitale e culturale

di Sabina Di Martino

RAGUSA – Nell’arco di un decennio si sono spente le insegne di numerose botteghe ed attività commerciali, veri e propri simboli e fiori all’occhiello del centro storico di Ragusa Superiore. La graduale perdita di identità vitale e culturale del suddetto centro storico dimostra l’inesorabile sconnessione non solo sotto il profilo urbanistico ma anche sotto l’aspetto sociologico. Si coglie, a tale riguardo, una partecipazione emotiva sia da parte del cittadino attento che del turista di passaggio al quale scendendo da Corso Italia, caratterizzato ormai da palazzi fatiscenti ed antiche botteghe abbandonate o in disuso, si spalanca in tutta la sua bellezza l’immagine di una Ragusa Ibla in cartolina dove ogni singola attività risulta rappresentativa del patrimonio storico, coniugandosi perfettamente con l’architettura barocca preservata e risparmiata da una visibile decadenza.

Si potrebbe e si dovrebbe fare molto attraverso una urgente e doverosa riqualificazione delle aree storiche di Ragusa Superiore. Un riguardo ed una giusta attenzione che meriterebbe sotto ogni profilo e che da anni tardano ad arrivare. La chiusura definitiva di esercizi commerciali quali la celeberrima Pasticceria Di Pasquale, l’antico caffè del viale, il caffè Trieste, dolcerie quali Nuzzarello e Di Martino ed il forno Roma, per citarne solo alcune, hanno sicuramente contribuito a svuotare il contesto dell’immaginario storico della città ad esse stesse connesso.

Appare pertanto essenziale e significativo il ruolo delle aree storiche che, in quanto emblema della città, devono risultare funzionali ad essa. Occorre creare precisi luoghi di sintesi e di ascolto delle esigenze della collettività e promuovere attività di recupero di immobili ed edifici di valore storico volte a preservare la tutela del centro storico da inevitabile decadimento strutturale del tutto incompatibile peraltro con la bellezza della città. Tale perdita non ha infatti solo una ricaduta economica ma riveste una caratura sociale.

Ne deriva infatti la percezione da parte della collettività di un agglomerato urbano sempre più trascurato ed isolato al quale vengono a ragione preferiti contesti decisamente più valorizzati quali Ibla, Modica, Scicli. La conservazione di antiche botteghe della tradizione ne rappresenta la testimonianza diretta. In conclusione mi sento di ribadire come una adeguata riqualificazione del centro storico di Ragusa superiore favorirebbe sia il contesto architettonico, restituendo al contempo interesse pubblico in senso lato. L’auspicio è che iniziative mirate e soprattutto urgenti ed interventi incisivi possano portare a soluzioni definitive, al fine di rendere il giusto merito alla bellezza della città e siano in grado di agevolare il ripopolamento del centro storico a salvaguardia della bella immagine paesaggistica iblea nella sua interezza.

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