Nuova impennata dei prezzi del carburante: la benzina supera i 2,5 euro al litro in alcuni distributori

Corriere di Ragusa Nazionale

Nuova impennata dei prezzi del carburante: la benzina supera i 2,5 euro al litro in alcuni distributori

Non si fermerà presto la corsa dei carburanti. Ormai al servito siamo oltre 2,1 euro e anche nella fascia low cost (pompe bianche e self) si sfiorano i 2 euro. L’8 aprile secondo la rilevazione di Quotidiano energia il prezzo medio per la benzina è 2,048 euro/litro, con punte di 2,131 al servito (1,911 nella fascia low cost delle pompe bianche in modalità self). Per il diesel si passa da un massimo di 2,030 e un minimo di 1,852

Ma le associazioni dei consumatori, come Assoutenti, segnalano punte di distributori già oltre i 2,5 euro per la benzina su alcune aree autostradali. Una tendenza consolidata più che una punta impazzita di speculazione da parte degli esercenti.

Alla base c’è un’ondata di aumenti delle materie prime. Il greggio ha superato i 90 dollari al barile nelle quotazioni di Londra dove il Brent è il punto di riferimento dei mercati europei. Un aumento del 20% rispetto ai minimi di inizio dicembre. E’ proprio da questo dato che si desume che i rialzi del prezzo alla pompa non sono finiti: nello stesso periodo gli aumenti per gli automobilisti italiani sono “solo” del 7% per la benzina e del 5% per il diesel. Segno che il peggio deve ancora arrivare anche per l’inevitabile aumento della domanda connesso ai viaggi primaverili ed estivi. Non a caso per vedere agli stessi prezzi bisogna tornare a ottobre 2023. Ci sarà un effetto adeguamento almeno per le prossime settimane.

Inoltre la situazione geopolitica rimane tesa con 2 guerre che insistono su Russia, Ucraina e Medio Oriente, aree forti dal punto di vista della produzione. Inoltre il mercato internazionale si è fatto sorprendere nel momento in cui la domanda di carburanti sui mercati occidentali cresce per motivi stagionali. Considerazione particolarmente vera per gli Stati Uniti: il traffico a singhiozzo attraverso il Mar Rosso e le tante petroliere deviate verso il Capo di Buona Speranza impatta per circa 2 dollari al barile, stimano gli analisti di Wells Fargo. Mentre sul fronte russo-ucraina l’effetto si concentra sugli ultimi attacchi da parte di Kiev alle raffinerie russe avrebbe distrutto 900.000 barili di capacità di raffinazione

Notoriamente l’Italia ha uno dei carichi fiscali più alti sul prezzo del carburante: a marzo secondo i dati ufficiali del ministero accise e Iva hanno pesato per il 57% del prezzo finale della benzina e per il 52% di quello del diesel. L’attuale governo aveva nel programma elettorale l’ambizione di intervenire sulle accise, ma sono stati messi in cantiere solo interventi di monitoraggio come l’obbligo dei cartelli sui prezzi medi.

La Repubblica

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