Corriere di Ragusa Politica

Il nuovo piano regolatore generale di Ragusa non piace al gruppo territoriale M5S

RAGUSA – “Il Prg è un importante strumento di programmazione per lo sviluppo e il rilancio del nostro territorio. In seguito alle ultime vicende legate all’incompatibilità di 12 consiglieri (tra i quali anche il nostro portavoce Sergio Firrincieli), arriverà in Aula per essere approvato da solamente la metà dei consiglieri comunali, una rappresentanza quindi dimezzata della popolazione comunale che, seppur sufficiente dal punto di vista legale, è pur sempre poco rappresentativa”. Lo sottolinea, in una nota, il gruppo territoriale del Movimento 5 Stelle di Ragusa che manifesta la propria preoccupazione in proposito. “Così – è spiegato – il Piano regolatore rischia di perdere anche la sua organicità complessiva poiché non è stato frutto del confronto della maggioranza con le altre forze politiche della città e neanche con le organizzazioni sociali, culturali e del volontariato, un atteggiamento che va in contrasto con il progetto Ragusa 2043. Questo Prg che aspetta l’approvazione, non è stato prodotto facendo realmente dei forum per confrontarsi e raccogliere le esigenze e i bisogni di ogni frammento della città, ma vede invece adesso una giunta che, per evitare il commissariamento dello stesso, dovrà per forza accettare le modifiche proposte a suon di emendamenti da quella parte dei consiglieri di minoranza chiamati in soccorso. Quindi, ci domandiamo: siamo sicuri che il commissariamento sia il male maggiore? Pur ritenendo validi alcuni degli emendamenti proposti, soprattutto quelli che riguardano il consumo di suolo zero e che effettivamente ridurranno le metrature di nuovo cemento, almeno nella teoria, nel complesso li riteniamo insufficienti”.

E il gruppo territoriale prosegue: “Per quanto riguarda la proposta di 2500 nuovi posti letto suddivisi per 4 nuove grandi strutture ricettive (presumibilmente da non meno di quattro piani ciascuno) previste nel territorio di Marina di Ragusa, oltre ad evidenziare la non condivisibile distribuzione degli stessi sul territorio comunale (13% degli attuali posti letto già esistenti si trovano a Marina e solo 3% a Ibla), rileviamo anche un’idea di turismo sicuramente oramai superata, in netta controtendenza rispetto alle politiche turistiche regionali, nazionali ed europee cambiate negli ultimi anni e che tengono in considerazione il cambio di tendenza dei turisti oramai più attenti ai paesaggi e più curiosi di conoscere l’autenticità dei luoghi e delle culture. Negli ultimi anni e in molte località e mete turistiche, si è sviluppata l’ospitalità diffusa che ha temperato il turismo di massa e di bassa qualità che portava un turista che, dopo aver pagato in anticipo il pacchetto vacanza ai tour operator, tendeva a non voler uscire dalle strutture e quindi queste risultavano isole ermetiche. Il turismo non può essere pensato senza collegarsi al mondo esterno e senza sintonizzarsi con le politiche europee. Non si può ignorare l’agenda europea per il turismo che non solo evidenzia la necessità di proteggere il settore turistico ma sottolinea l’importanza di sviluppare contemporaneamente una visione lungimirante per approfittare della volontà di molti europei di cambiare le proprie abitudini in materia di viaggi e di turismo affinché diventino più sostenibili e responsabili. Lo sguardo dell’attuale amministrazione si deve orientare verso esempi turistici virtuosi come Costa Smeralda o Marzamemi e non di certo verso esempi meno virtuosi come Malta, dove si è permesso di costruire alberghi anche sulle belle scogliere. Ecco perché noi diciamo no ai 4 casermoni che mettono a rischio anche la bellezza della vista del nostro incantevole mare e le nostre campagne. Una peculiarità del nostro territorio, e che lo rende unico, è la profondità dell’orizzonte blu, visibile anche dalle nostre colline. Una particolarità che ha permesso di mantenere un valore alto delle nostre campagne. Ma se il progetto di costruire questi 4 blocchi di cemento volesse agevolare le piccole realtà turistiche, forse avremmo potuto cedere all’idea di sostenere che, talvolta, certi sacrifici si potrebbero fare per una giusta causa, ma naturalmente così non è perché il vantaggio sarà solo ed esclusivamente di nuovi grossi imprenditori che schiacceranno le piccole realtà turistiche già esistenti”.

“In virtù dei dati in nostro possesso – è spiegato ancora – riteniamo anche errata la previsione turistica e riteniamo che altre azioni inerenti al Prg potrebbero essere propedeutiche all’incremento delle presenze di turisti, per esempio prevedendo delle aree che possano permettere la creazione di grandi eventi culturali di qualità in modo da rendere realmente attrattivo il nostro territorio che è totalmente mancante di questi spazi. Ci entusiasmerebbe di più vedere investire sulla cultura e non di certo sul cemento. Infine, puntare solo sul turismo a Marina di Ragusa vuol dire puntare solo su un turismo stagionale e non investire su un turismo che copre più mesi dell’anno. Ricordiamo che il nostro territorio non offre solo il mare e il sole, ma offre anche storia, architettura e natura”.

“Il soccorso di alcuni consiglieri della minoranza – è detto ancora – oltre a dimostrare che si tratta di un piano non ben elaborato, ci fa sorgere il dubbio del rischio di altre logiche per l’approvazione dello stesso, che, seppur allontanano in parte lo spettro del forte interessamento di imprenditori maltesi pronti a metter piede nel nostro territorio in seguito al subentro nella proprietà del porto turistico di Marina di Ragusa, potrebbero avere poco a vedere con i ragionamenti da seguire come quello dell’interesse collettivo. Riteniamo inoltre insufficienti le proposte relative alla de-cementificazione e al riutilizzo di costruzioni già esistenti ma chiuse o abbandonate, sia in centro storico che in altre zone del territorio comunale, in barba ai principi ispiratori di rigenerazione urbana annunciato ma appunto disattesi”.

Il gruppo territoriale del Movimento 5 Stelle Ragusa sottolinea, in conclusione: “Il Prg è quello strumento che dovrebbe anche servire a distribuire, in una maniera ponderata e armoniosa, i servizi su tutto il territorio senza creare zone di serie A e altre di serie Z. Inoltre, il Prg non dev’essere l’occasione giusta per favorire interessi privati a discapito del bene comune e dell’ambiente. Il Prg è una programmazione per pensare la comunità e non per favorire una piccola élite che tenta di utilizzare i suoi rapporti con la maggioranza politica con l’obiettivo di portare avanti degli interessi personali e particolaristici. Da non trascurare gli effetti che può avere il Prg sul commercio e sulle piccole e medie imprese che non riescono a competere con le multinazionali, le grandi distribuzioni, l’e-commerce e i centri commerciali. Infine, il Prg non è solo uno strumento urbanistico ma è anche uno strumento sociale”.

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