Il condono edilizio 2024 nel piano casa del ministro Salvini. Ecco le irregolarità sanabili

Corriere di Ragusa Nazionale

Il condono edilizio 2024 nel piano casa del ministro Salvini. Ecco le irregolarità sanabili

Il piano casa annunciato dal ministro Salvini si concentra su una serie di casi di abusi edilizi e difformità, sanabili pagando. Ecco quali sono, anche se ancora non c’è un testo definitivo. L’ipotesi delle cosiddette difformità edilizie interne si riferiscono ad un’abitazione con una disposizione degli spazi diversa dalla planimetria: come può essere un muro spostato, un soppalco o una finestra posizionata in diversamente. Si valuta anche il tema delle tolleranze costruttive, con l’ipotesi di riparametrare in misura inversamente proporzionale alle dimensioni dell’unità immobiliare la percentuale del 2% quale limite al rispetto dell’altezza, dei distacchi, della cubatura, della superficie e di ogni altro parametro edilizio.

Può succedere, soprattutto per immobili datati, che manchi l’ultimo titolo edilizio, che costituisce lo stato legittimo dell’immobile. A legislazione vigente è già possibile avvalersi di altri riferimenti documentali, come titoli d’acquisto (rogito o planimetria), oppure rilevamenti fatti con i sorvoli. Le norme allo studio dovrebbero facilitare l’accertamento dello stato legittimo dell’immobile anche nel caso in cui non esistano altri elementi, mediante Scia (Segnalazione certificata di inizio lavori) in sanatoria e il pagamento di una sanzione.

Poi c’è il caso delle modifiche che potevano essere sanate quando venne realizzato l’intervento, ma che oggi, ma anche di sanare quelli non conformi all’epoca ma conformi oggi. Ad esempio una casa costruita con una metratura più ampia rispetto al titolo edilizio: quando venne fatto era possibile, ma oggi lo strumento urbanistico vigente non lo consente più. L’intervento mira a superare il principio della «doppia conforme», consentendo di sanare i manufatti conformi all’epoca ma non oggi.

Per risolvere il problema delle «varianti in corso d’opera», che prima del 1977 non erano disciplinate, la soluzione allo studio è di consentirne la regolarizzazione mediante Scia e pagamento delle sanzioni. È il caso di immobili costruiti più di 47 anni fa con variazioni rispetto al titolo originario: possono essere piccoli interventi come lo spostamento di una finestra, ma anche interventi di maggior rilievo come la costruzione di un piano in più rispetto a quello previsto dall’allora titolo edilizio. Se all’epoca la variazione non era normata e quindi non costituiva necessariamente abuso, il problema potrebbe porsi ad esempio nel caso di una compravendita. L’obiettivo è di consentire comunque di sanare la modifica, correggendo così una situazione di non totale certezza.

La Repubblica

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