Il lavoro in provincia di Ragusa: diminuiscono sia gli occupati che i disoccupati, aumentano gli inattivi

Corriere di Ragusa Economia

Il lavoro in provincia di Ragusa: diminuiscono sia gli occupati che i disoccupati, aumentano gli inattivi

RAGUSA – In provincia di Ragusa, a gennaio 2024, rispetto al mese precedente, diminuiscono sia gli occupati che i disoccupati, mentre aumentano gli inattivi. I numeri Istat rivelano, per la provincia di Ragusa, una tendenza simile a quella del paese. In pratica, l’occupazione cala (-0,2%) tra gli uomini, gli under 34, i dipendenti a termine, gli autonomi; cresce invece tra le donne e chi ha almeno 50 anni. La diminuzione del numero di persone in cerca di lavoro (-0,1%) coinvolge gli uomini, i 15-24enni e i 35-49enni; al contrario, la disoccupazione aumenta lievemente tra le donne e gli ultracinquantenni. La crescita del numero di inattivi (+0,6% tra i 15 e i 64 anni) si osserva tra gli uomini e tra chi ha un’età compresa tra 15 e 49 anni; l’inattività diminuisce invece tra le donne e gli ultracinquantenni.

Confrontando il trimestre novembre 2023-gennaio 2024 con quello precedente (agosto-ottobre 2023), si registra un aumento del livello di occupazione pari allo 0,2%. La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro e alla stabilità degli inattivi. Il numero di occupati, a gennaio 2024, supera quello di gennaio 2023 dello 0,9%. “Sono dinamiche – sottolinea la segretaria generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi – che ci fanno dire che il rimbalzo post covid è stato positivo, addirittura superiore alle attese. Ma non bisogna sottacere gli aspetti negativi. E cioè che la carenza di competenze, come sottolineato in più ambiti produttivi, sta diventando la reale emergenza.

Il lavoro c’è ma non si trovano le figure professionali adeguate tali da soddisfare le relative commesse. E questo succede in agricoltura come nel campo metallurgico. Ecco perché, come Cisl, sottolineiamo la necessità di prevedere interventi significativi e mirati per non esaurire la spinta positiva di questa fase: accelerare sul potenziamento dei servizi per l’impiego e sulle riforme del sistema scolastico e dell’orientamento. Abbiamo chiesto a livello nazionale, inoltre, che siano introdotti incentivi mirati per quelle platee ancora relegate all’inattività, in particolare premiando le aziende che introducano con accordo sindacale misure di conciliazione equamente utilizzate da lavoratori e lavoratrici. Dobbiamo, poi, concentrarci sugli investimenti legati ai servizi per consentire alle donne di lavorare, non solo asili nido ma anche tempo pieno a scuola, centri estivi, accelerazione della legge sulla non autosufficienza. Tutto questo, naturalmente, non può prescindere dalle misure che occorrono per garantire sostegno alla produttività e alla crescita”.

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