Rischia di saltare la festa di San Giorgio a Ragusa, non inserita nel calendario liturgico a causa della “Depatronizzazione”. Causa persa?

Corriere di Ragusa Attualità

Rischia di saltare la festa di San Giorgio a Ragusa, non inserita nel calendario liturgico a causa della “Depatronizzazione”. Causa persa?

RAGUSA – Il peggio sembrava essere passato, e invece si scopre che rischia di saltare la festa di San Giorgio a Ragusa, non inserita nel calendario liturgico a causa della cosiddetta “Depatronizzazione”: la città ha difatti come patrono San Giovanni, e non potrà continuare ad avere San Giorgio come co patrono. Il Vescovado è in attesa di indicazioni dal Dicastero, che però tardano ad arrivare, alimentando un clima di incertezza e smarrimento che amareggia i fedeli, i componenti dell’associazione che si occupa dei festeggiamenti, e una comunità intera. Se saltasse davvero la festa, si tratterebbe di un evento storico per la città, ovviamente in negativo.

Meno di un mese fa sembrava che la “querelle” sulla richiesta fatta dal vescovo circa l’inserimento di San Giorgio martire nel calendario liturgico regionale come Patrono egualmente principale di Ragusa insieme a San Giovanni si fosse risolta, ma evidentemente così non è stato. La Congregazione per il Culto Divino, a detta di mons. Vittorio Francesco Viola, segretario della stessa, “non aveva depatronizzato San Giorgio”. Ma invece pare proprio che la “depatronizzazione” ci sia invece stata,a dispetto dell’incontro, avvenuto il 14 dicembre scorso presso Città del Vaticano, dove, sulla base di documenti storici presentati e sulla viva e continua tradizione di Ragusa, sebbene il Motu Propriu “De Patronis Costituendis” di S. Paolo VI, prevede che per ogni città vi sia un solo Patrono principale, per Ragusa sarebbe stato possibile “l’eccezione” che lo stesso documento pontificio prevede.

Nonostante il Vescovo di Ragusa Mons. Giuseppe La Placa non avesse ancora ricevuto nessuna comunicazione da parte del Dicastero, aveva assicurato alla comunità che si sarebbe impegnato a perorare la causa, e, pur avendo contattato telefonicamente il segretario della Congregazione, bisognava aspettare la decisione finale della stessa. Ma a tutt’oggi, la causa apparirebbe già persa, a meno di, è proprio il caso di dirlo, un autentico miracolo.

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