Stillicidio di furti nelle chiese della diocesi di Ragusa: sono 15 in tutto quelle colpite dai ladri

Corriere di Ragusa Cronaca

Stillicidio di furti nelle chiese della diocesi di Ragusa: sono 15 in tutto quelle colpite dai ladri

RAGUSA – Maria Santissima del Rosario di Pedalino, Madonna della Salute di Vittoria, San Giuseppe a Comiso, San Biagio di Vittoria, San Francesco di Vittoria, Maddalena di Vittoria, Sacro Cuore di Vittoria, Madonna Assunta di Vittoria, Maria Ausiliatrice a Ragusa, San Giuseppe Artigiano a Ragusa, San Pio X a Ragusa, Santa Lucia a Ragusa, Santa Maria delle Scale a Ragusa: sono alcune delle chiese che negli ultimi giorni sono state prese di mira dai ladri. In totale i luoghi di culto colpiti dai ladri sono 15. L’ultimo episodio si è verificato domenica scorsa a Pedalino dove i ladri sono tornati per la seconda volta dopo aver forzato una finestra.

Stavolta hanno messo a soqquadro l’ufficio del parroco ma non hanno portato via niente. La volta precedente avevano rubato un personal computer, il videoproiettore, qualche centinaio di euro ma, almeno in quel caso, la refurtiva fu recuperata dalla Polizia e restituita al parroco. Non è andata allo stesso modo in altre circostanze e, talvolta, i danni causati sono stati assai ingenti anche rispetto alla refurtiva portata via. È il caso, ad esempio, della chiesa di San Francesco a Vittoria dove per riparare l’amplificazione e il portone danneggiati non basteranno 10mila euro. Il più delle volte vengono asportate le offerte dei fedeli e strumenti utilizzati per il culto e le attività pastorali. Nella chieda della Maddalena a Vittoria i ladri sono tornati ben cinque volte, a San Francesco sono tre i tentativi di scasso.

Il vescovo di Ragusa monsignor Giuseppe La Placa, preso atto del ripetersi di furti ai danni di chiese, abitazioni, esercizi commerciali e aziende, si è voluto far interprete del disagio delle vittime di questi episodi e ha esternato la sua preoccupazione. «Non è questa – ha dichiarato – la risposta da dare al malessere sociale che evidentemente serpeggia nelle nostre comunità. Non è solo un problema di ordine pubblico e per questo vorremmo che tale fenomeno possa essere attenzionato da tutti, ognuno per le proprie competenze e responsabilità».

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