L’alga rossa infesta l’acqua della diga Ragoleto prima chiusa e ora riaperta a scopo irriguo

Corriere di Ragusa Attualità

L’alga rossa infesta l’acqua della diga Ragoleto prima chiusa e ora riaperta a scopo irriguo

RAGUSA – Il Consorzio di Bonifica della Sicilia Orientale, Sede territoriale di Ragusa, aveva deliberato la chiusura dell’invaso Ragoleto Diritto, che serve il sub comprensorio Acate Pedalino, a seguito della segnalazione dell’Arpa che aveva rilevato la presenza nelle acque dell’alga oossa (Planktothrix rubescens).

Confagricoltura Ragusa si è adoperata tempestivamente al fine di approfondire con degli esperti le caratteristiche, i dati empirici rilevati e le ripercussioni sulla salute delle piante e dell’uomo di questa alga, ipotizzando, qualora fosse compatibile con la salubrità delle acque e delle colture con esse irrigate, l’immediata riapertura dell’invaso. Da quanto è emerso da evidenze condivise dalla comunità scientifica, l’acqua contaminata da questa alga è pericolosa per l’uomo se ingerita direttamente o tramite frutti contaminati.

Confagricoltura Ragusa, per evitare danni gravi alle aziende agricole del territorio servito dalla diga e sempre nel rispetto prioritario della salute pubblica, si è quindi attivata per un’interlocuzione con tutti i soggetti istituzionali coinvolti per valutarne la riapertura.

“Grazie alla mediazione sensibile, attenta e solerte del Prefetto di Ragusa Giuseppe Ranieri, nonché alla collaborazione fattiva del Vice Direttore Generale del Consorzio di Bonifica della Sicilia Orientale Gaetano Punzi e dei funzionari dello stesso Ente – spiega il Direttore di Confagricoltura Ragusa Giovanni Scucces – è stata stabilita nelle scorse ore la riapertura dell’invaso a scopo irriguo, esclusivamente con sistemi di irrigazione che evitino la formazione di aerosol e che, comunque, non permettano il contatto diretto con la parte edibile delle piante, quindi con l’esclusione di quelle specie vegetali e i loro frutti, foglie edibili, tuberi e radici che, per loro natura, possono venire a contatto con l’acqua”.

“Riaprire la diga, con le dovute attenzioni – conclude Scucces – è un risultato importante che abbiamo sostenuto dal primo momento, dopo aver approfondito con i nostri tecnici la questione e avendo valutato i dati sulla presenza dell’alga rossa nelle acque in questione”.

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