MODICA – Qualche accesa discussione e momenti di tensione in un consiglio comunale piatto, durato poco più di mezzora, che avrebbe dovuto accogliere le istanze degli agricoltori in protesta. Un esponente degli agricoltori è andato in escandescenze perché la seduta, che sarebbe dovuta essere in seduta aperta, come annunciato in precedenza, è stata invece in sessione ordinaria. Presenti una quindicina tra agricoltori a allevatori, di cui uno ha cominciato a protestare vibratamente, urlando verso alcuni consiglieri, essendosi sentito preso in giro rispetto all’impegno di sostenere le istanze degli agricoltori. Un buco nell’acqua che ha scontentato un po’ tutti. “Per capirci come di deve – ha urlato l’agricoltore – dovreste alzarvi tutti i giorni alle 4 del mattino, con la pioggia o con il caldo”.
Una magra figura del civico consesso, con l’istanza degli agricoltori volta ad ottenere una seduta aperta del consiglio comunale per ascoltare le loro richieste, prima accolta e poi, di fatto, snobbata, con gli “ospiti” che giustamente si sono sentiti presi in giro. Il sindaco Maria Monisteri ha cercato invano di stemperare i toni, mediando con gli agricoltori, che però non hanno voluto sentire ragioni.
LA MOZIONE E’ STATA COMUNQUE APPROVATA ALL’UNANIMITA’
“A seguito di una iniziale richiesta di convocazione di Consiglio comunale aperta da parte degli agricoltori – dichiara la presidente del consiglio comunale Maria Cristina Minardo ho immediatamente ricevuto nell’ufficio di Presidenza una delegazione degli stessi. Insieme abbiamo concordato che sulla base di una loro piattaforma rivendicativa, di fatto depositata qualche giorno dopo, avrei proposto una mozione da condividere in sede di Conferenza dei Capigruppo. Da qui la convocazione della seduta consiliare per il primo giorno utile, lunedì 4 marzo in sessione ordinaria e pubblica. La mozione, condivisa in conferenza da tutti i capigruppo e approvata all’unanimità nella suddetta seduta del consiglio comunale, impegna il civico consesso e la giunta comunale – conclude la nota – a sostenere il comparto agricolo in sede di governo regionale, nazionale e presso la competente Commissione europea”. Ma gli agricoltori sono comunque andati via con l’amaro in bocca.