Assolto dal reato di inquinamento ambientale un imprenditore di Vittoria. Ma la sua ditta, che dava lavoro a 100 operai, non ha più riaperto

Corriere di Ragusa Cronaca

Assolto dal reato di inquinamento ambientale un imprenditore di Vittoria. Ma la sua ditta, che dava lavoro a 100 operai, non ha più riaperto

RAGUSA – Assolto con formula il fatto non sussiste un imprenditore vittoriese di 75 anni, legale rappresentante di una azienda in contrada Mazzara a Vittoria, accusato di inquinamento ambientale, reato che prevede la reclusione da 2 a 6 anni e una multa da 10 a 100.000 euro. Secondo l’accusa, caduta in aula, l’imprenditore avrebbe commesso quello che fu definito un “disastro ambientale” attraverso le condotte della sua ditta che avrebbero depositato in modo incontrollato rifiuti speciali pericolosi e non, tutti provenienti dal ciclo di lavorazione dell’azienda. I fatti risalgono al periodo compreso tra il gennaio 2015 ed mese di aprile 2017. La sentenza di assoluzione è stata emessa dal giudice monocratico del Tribunale di Ragusa Maria Rabini, che ha accolto le istanze dell’avvocato difensore Santino Garufi.

A fare cadere le accuse la consulenza della Procura affidata al professore Bruno Catara che nell’ottobre del 2016 scrisse che nei terreni posti sotto esame non erano stati superati i limiti di inquinamento previsti dalla leggi ambientali. Anche il pm Diana Iemmolo ha chiesto l’assoluzione dell’imputato. Il giudice Rabini ha disposto anche il dissequestro e la restituzione all’imputato del terreno di contrada Macconi che era stato sequestrato con provvedimento del gip del tribunale il primo aprile del 2016. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni. Il giudice ha dichiarato il non doversi procedere per avvenuta prescrizione per 3 capi di imputazione contravvenzionali come l’attività di raccolta e recupero e smaltimento di rifiuti con l’inosservanza delle prescrizioni contenute nella autorizzazioni, avere depositato in modo incontrollato rifiuti pericolosi e fanghi industriali. La ditta non ha mai ripreso l’attività. All’epoca del sequestro dava occupazione a 100 operai che protestarono in Prefettura, in Piazza del Popolo a Vittoria e sul posto di lavoro.

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