Finanziaria da bocciare: lavoratori manifestano davanti all’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa

Corriere di Ragusa Attualità

Finanziaria da bocciare: lavoratori manifestano davanti all’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa

RAGUSA – Sciopero generale anche a Ragusa, così come in tutte le piazze d’Italia, indetto dalla Cgil e dalla Uil con manifestazione nello slargo dell’Ospedale Giovanni Paolo II dove si sono ritrovati centinaia di lavoratori dei diversi comparti. La vertenza riguarda tutte le categorie del Pubblico Impiego (Sanità, Enti Locali, Stato, Regioni, Scuola, Università e Ricerca) e del privato in appalto ai pubblici servizi, compreso il trasporto.

Gli interventi sul palco hanno illustrato le recriminazioni sindacali per quelle attività di lavoro che oggi hanno deciso di scioperare e ogni rappresentante di comparto ha espresso le ragioni di una rivendicazione che nel contesto generale scontenta tutti minando la classe lavoratrice sia in termini economici (salario e mancato rinnovo dei contratti) che di diritti (precariato e lavoro sottopagato) che investe tutto il pubblico impiego.

Gli interventi sul palco sono stati aperti da Giovanni D’Avola, segretario generale Uil Sicilia, Area Vasta, con delega su Ragusa il quale ha così commentato: “Siamo in tutte le piazza d’Italia per protestare contro una manovra finanziaria che riteniamo iniqua e ingiusta che toglie fondi alla sanità, che non prevede investimenti nel trasporto pubblico, che taglia 600 milioni di euro agli Enti Locali, Regioni, Provincie e Comuni, che non va a rimediare alla perdita del potere d’acquisto dei lavoratori del Pubblico impiego che possiamo valutare intorno al 16 per cento. Rispetto a questo quadro che noi denunciamo ci sono altre fonti autorevoli che hanno espresso valutazioni negative sulla manovra finanziaria: dal fondo monetario internazionale che dice che non c’è nulla per la crescita, a Bankitalia che parla di un cuneo fiscale fatto in deficit e quindi rischioso per i conti pubblici, Confindustria che parla di un’assenza di strategia di crescita nella manovra, alla Corte dei Conti che parla di un Welfare a rischio e per finire l’Ufficio parlamentare del bilancio che parla di risorse insufficienti per la sanità. Non ultimo il problema della scuola dove si sta smantellando un sistema dove si nega l’accesso universale al diritto allo studio universitario e tagliando gli organici invece di combattere la dispersione scolastica specie in Sicilia”.

Si sono alternati sul palco Saro Leggio (Cgil) dell’ex provincia regionale di Ragusa, Giovanni Cassibba (Uil) per il comparto dello Stato, Agata Melfi (Cgil) delle Poste Italiane, Francesca Novello (Uil) per la Sanità, Giada Fernandez (Cgil) trasporti e infine per la scuola Fruscione (Uil) e Celiberti (Cgil). Gli interventi sono stati conclusi da Peppe Scifo, Segretario generale della Cgil di Ragusa, che sostanzialmente ha così dichiarato: “Lo sciopero del lavoratori del Pubblico Impiego, delle scuole, delle poste, vigili del fuoco e settore trasporti ha come obiettivo quello di far cambiare idea al Governo sulla Legge di Bilancio che non dà risposte adeguate alle vere emergenze del Paese.

Dopo aver bocciato la proposta di Cgil e Uil sul salario minimo, nessun provvedimento ad oggi in legge di Bilancio per un recupero sostanziale del potere d’acquisto dei salari che registrano una perdita del 17% causata dell’inflazione. Hanno promesso il taglio delle tasse ma non certo per lavoratori dipendenti e pensionati che in questo Paese continuano ad essere i più tartassati molto al di sopra dei redditi da rendite finanziarie e profitti vari. Un altro punto centrale dello sciopero riguarda le Pensioni: prima hanno promesso di cambiate la legge Fornero e invece con questa Finanziaria l’hanno peggiorata allungando l’età pensionabile e ricapitolando a ribasso le pensioni del pubblico impiego che partire dal 2024 vedranno assegni ridotti. Un legge finanziaria che fa cassa sulla spesa sociale – ha concluso Scifo – con tagli alla Sanità, alla Scuola e agli enti Locali e che fa pagate ancora una volta un conto salato a lavoratori dipendenti e pensionati che si confermano il bancomat dello Stato”.

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