Corriere di Ragusa Attualità

Sciopero generale con manifestazione nel piazzale dell’ospedale Giovanni Paolo II

RAGUSA – Venerdì 17 novembre partirà la prima giornata dello sciopero generale indetto dalla Cgil e dalla Uil dove incroceranno le braccia a livello nazionale tutte le categorie del Pubblico Impiego (Sanità, Enti Locali, Stato, Regioni, Scuola, Università e Ricerca) e del privato in appalto ai pubblici servizi, compreso il trasporto. Seguiranno altre giornate di Sciopero Generale per tutti i settori privati, diversificati per area geografica; in Sicilia lo sciopero generale sarà il 20 novembre.

Lo sciopero generale del 17 novembre punta al cuore delle politiche economiche del governo a partire dalla legge di bilancio che sfugge dai problemi e i bisogni reali del Paese, attuando tagli alla spesa sociale con ricadute pesantissime sul lavoro, pensioni e sui servizi fondamentali come sanità e scuola.
Pubblico impiego: Quanto stanziato dal Governo per il rinnovo del contratti è lontanissimo dal recupero dell’inflazione a 2 cifre degli ultimi anni, con una perdita del potere d’acquisto del 16.1%, di fatto i dipendenti pubblici si pagano questo rinnovo e ci rimettono pure! Non ci sono risposte per la stabilizzazione dei precari nel settore pubblico, quelli storici, quelli che sono proliferati in questi ultimi anni, dalla Sanità, alla Scuola e agli Enti Locali. Mentre i nostri giovani continuano a lasciare il paese per andare a lavorare all’estero portandosi dietro il bagaglio di titoli di studi conseguiti in Italia.

Pensioni: dalla tanta sbandierata quota 100 di Salvini siamo arrivati a quota 103 che con la finestra di 9 mesi diventa Quota 103 e ¾, una vera e propria beffa per i lavoratori pubblici.
Ancora più vergognoso il ricalcolo contributivo di tutti i versamenti che taglia l’assegno pensionistico fino al 20%. È inaccettabile la revisione delle aliquote del calcolo delle pensioni liquidate a partire dal 1/1/2024 che penalizza i lavoratori degli enti locali, della sanità e altre di categorie. Si colpiscono ancora una volta le donne con l’aumento a 61 anni come anzianità per accedere ad “opzione donna”. Nessun intervento in materia di pensione di garanzia per i giovani i quali trascorrono anni e anni di lavoro precario, intermittente alternato a cicli di formazione. Per loro il futuro pensionistico è già segnato dall’assenza di prospettive previdenziali, e fronte a questo dramma che si concretizzerà tra qualche decennio il Governo gira le spalle a milioni di ragazze e ragazzi.
Tagli agli Enti Locali: Il Governo taglierà ulteriori 600 milioni di Euro per Regioni, Province e Comuni: a rischio, ancora una volta, il turnover del personale, con gli uffici pubblici sempre con meno personale e le nuove assunzioni che dovrebbero sostituire i pensionamenti restano bloccate.

Sanità: Il Sistema Sanitario Nazionale è in forte difficoltà per l’incapacità (soprattutto nel sud) di dare risposte adeguate alla domanda di assistenza pubblica della cittadinanza. Lunghe liste d’attesa per le diagnosi, comprese quelle urgenti, insufficienza di posti letto, scarsa dotazione di servizi sanitari nel territorio. Di fronte a questi scenari di inadeguatezza del sistema pubblico le persone sono costrette a rivolgersi ai servizi privati a pagamento, mentre c’è una fascia di popolazione che ha rinunciato a curarsi o a rivolgersi ai servizi privati per mancanza di reddito.

Siamo entrati in una fase storica pericolosa dove i ritardi dovuti alle difficoltà economiche stanno determinando incrementi di mortalità per patologia trascurate o non affrontate nei tempi dovuti. Dall’altro lato assistiamo ad un proliferare di strutture private (anche nel nostro territorio) che riescono a garantire servizi e diagnosi in tempi celeri ma solo per chi può permettersi di pagare. La Salute come diritto universale e Costituzionale oggi è in forte crisi e il Governo Meloni taglia ulteriormente i fondi destinati alla Sanità Pubblica con un rapporto di spesa in relazione al Pil molto al di sotto della media europea.

Scuola e Università: Il Governo prevede ulteriori tagli alle sedi scolastiche, come sta avvenendo in provincia di Ragusa con la soppressione di 6 Istituzioni derivante dall’applicazione del decreto interministeriale 127 del 30 giugno 2023 che ha stabilito il contingente dei Dirigenti scolastici e dei DSGA in ogni regione. Si taglia l’organico per accorpamento di scuole, con buona pace della lotta alla dispersione scolastica che nel nostro territorio rappresenta una vera emergenza sociale. Le lavoratrici e i lavoratori della P.I. rivendicano un adeguato ristoro salariale, a fronte della continua perdita di potere d’acquisto degli stipendi in una situazione dove i livelli retributivi italiani sono molto al di sotto della media europea.

Lo sciopero serve a ribadire la nostra contrarietà allo smantellamento del sistema della pubblica istruzione come fondamento sostanziale della democratica così come sancito dalla Costituzione. E’ uno sciopereremo per stare al fianco degli studenti e delle studentesse a cui si sta negando l’accesso universale al diritto allo studio universitario: la frequenza delle università è diventata un lusso che possono permettersi in pochi. Come sempre, la selezione del merito (concetto degno di un governo povero di idee) è fatta sul censo.

Trasporti: Uno sciopero nel settore del trasporto pubblico e privato per chiedere adeguamenti salariali in linea con il caro vita, ma soprattutto politiche pubbliche per intervenire sui turni massacranti di lavoro nel trasporto e nella logistica, per una sicurezza sul lavoro e nei servizi di pubblica utilità. E per una politica di investimenti sul trasporto pubblico in modo da consentire una mobilità per tutte e tutti a partire dalle aree geografiche periferiche dove cittadine e cittadini rischiano sempre di più l’isolamento, per lavoratori e studenti pendolari, e un piano di investimenti in infrastrutture sempre più carenti e obsoleti soprattutto nel sud ed in Sicilia in particolare.

Venerdì 17 novembre lo sciopero nazionale di 8 ore si svolgerà con una manifestazione provinciale alle ore 10 nel Piazzale dell’Ospedale Giovanni Paolo II a Ragusa, dove si svolgeranno gli interventi dei lavoratori e dei segretari generali di Cgil Ragusa e Uil Sicilia Area Vasta.

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