Arrestato un imprenditore edile di Pozzallo che aveva imposto il suo “dominio” al cimitero. I dettagli dell’operazione “Pietra Tombale”

Corriere di Ragusa Cronaca

Arrestato un imprenditore edile di Pozzallo che aveva imposto il suo “dominio” al cimitero. I dettagli dell’operazione “Pietra Tombale”

POZZALLO – Dopo mesi di indagini, alla fine sono stati i carabinieri a mettere un “Pietra tombale” (e mai nome fu più azzeccato per una operazione) sul “dominio” di un imprenditore edile 33enne del posto al cimitero di Pozzallo, portato avanti per anni, stando alle indagini dei militari dell’Arma, con estorsioni, attentati incendiari a opere in costruzione, cantieri e mezzi, nonché intimidazioni e aggressioni, anche fisiche, a chi non sceglieva di essergli “amico”. I militari della stazione di Pozzallo, dopo mesi di alacri e certosine indagini, hanno liberato dal terrore alcuni imprenditori edili, uno dei quali nel maggio dello scorso anno sporse denuncia, consentendo ai carabinieri di scoperchiare, piano piano, il vaso di Pandora.

GLI INDAGATI DELL’OPERAZIONE “PIETRA TOMBALE”
L’operazione “Pietra tombale” si è quindi conclusa all’alba di martedì con 6 arresti, 7 obblighi di firma periodica e 2 denunce: destinatarie delle misure 13 persone di età compresa tra i 27 e i 50 anni, tra cui anche il 33enne, noto per il suo carattere irascibile e aggressivo. Tutti gli indagati, a vario titolo e limitatamente alle rispettive responsabilità, sono accusati di danneggiamento seguito da incendio, estorsione consumata e tentata, detenzione e porto illegale di armi. Molti degli indagati sono soggetti già noti agli archivi per precedenti specifici, residenti a Pozzallo e Catania.

LE INTIMIDAZIONI AGLI IMPRENDITORI EDILI E IL BLOCCO DEI LAVORI
Per intimidire i colleghi più riottosi, l’indagato non aveva esitato in una occasione ad esplodere colpi d’arma da fuoco, a scopo intimidatorio, all’indirizzo del titolare di una ditta che avrebbe dovuto procedere all’esecuzione di alcuni lavori, senza tuttavia avere prima ottenuto il suo indispensabile “nullaosta”. Spesso i committenti delle opere da costruire nell’area cimiteriale si erano visti costretti, nella migliore delle ipotesi, a cedere i lavori in subappalto ad una ditta vicina all’indagato. La condotta estorsiva raggiungeva l’apice quando addirittura si procedeva al fermo dei lavori delle altre ditte cui il 33enne non aveva fornito il suo “assenso” per la realizzazione di tombe, cappelle ed edicole funerarie.

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