Corriere di Ragusa Sicilia

A 13 anni uno studente si toglie la vita: forse era vittima di bullismo. Aperte 2 inchieste dalla procura per fare luce sulla tragedia

PALERMO – Un 13enne di Palermo, alunno della scuola media Vittorio Emanuele Orlando di viale Strasburgo, si è tolto la vita nella sua casa a Villagrazia di Carini, dove abitava con i genitori che lo scorso sabato sera, quando è accaduta la tragedia, erano usciti. Si sospetta che il ragazzo fosse vittima dei bulli che in più occasioni lo avevano deriso. All’arrivo dei sanitari del 118 il giovane era già morto. Sono in corso indagini dei carabinieri di Villagrazia di Carini.

Il sospetto che il ragazzo fosse vittima di bullismo sarebbe emerso dalle preoccupazioni manifestate nelle chat di alunni e genitori. Il ragazzo sarebbe stato deriso anche per il suo presunto orientamento sessuale. 2 fascicoli sono stati aperti dalla procura per i minorenni e dalla procura ordinaria di Palermo per istigazione al suicidio. Sono stati sequestrati il cellulare e il computer della vittima per accertare se il ragazzo sia stato bullizzato.

“Non si può morire di bullismo. Proviamo dolore e costernazione nell’apprendere la tragica notizia del suicidio di un giovane studente palermitano. Proviamo dolore da genitori, cittadini e lavoratori del mondo della conoscenza, che si interrogano su quali e quanti siano i ‘costi sociali’ dei mancati investimenti in istruzione. Viviamo ormai in piena emergenza educativa, in una società che ha smarrito i valori morali edificanti, sostituendoli con esempi e modelli negativi che hanno sovvertito l’ordine e le priorità della scala valoriale”. Lo dichiarano in una nota congiunta Adriano Rizza e Fabio Cirino, rispettivamente segretari della Flc Cgil Sicilia e della Flc Cgil Palermo.

“Bisogna riempire il vuoto educativo e tornare all’educazione dei sentimenti – aggiungono – l’istruzione deve tornare a puntare alla formazione ed all’educazione dei cittadini del presente e del futuro e non all’ ‘addestramento’ dei lavoratori”. “Non ci stancheremo mai di dire alla politica che la Scuola – concludono Rizza e Cirino – prima di essere un’agenzia formativa è un’agenzia educativa che ha il dovere di promuovere lo sviluppo psicofisico, sociale e culturale degli studenti. Bisogna smetterla con questa visione professionalizzante dell’istruzione. La scuola non deve sfornare lavoratori. Il suo compito primario è quello di crescere cittadini responsabili”.

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