Conflitto Palestino Israeliano, finora 5.000 morti. Partecipata manifestazione a Ragusa contro la guerra

Corriere di Ragusa Attualità

Conflitto Palestino Israeliano, finora 5.000 morti. Partecipata manifestazione a Ragusa contro la guerra

RAGUSA – Si è svolta sabato pomeriggio a Ragusa la manifestazione per la pace sotto l’appello della piazza Fermare il massacro. Dopo il 7, ottobre giorno in cui c’è stato l’attentato terroristico di Hamas contro civili israeliani con l’uccisione di centinaia di civili bambini compresi e il rapimento di decine di ostaggi, il governo Netanyahu ha avviato la nuova offensiva contro il popolo palestinese soprattutto sulla Striscia di Gaza. In una settimana ci sono stati più di 5.000 morti, 17.000 feriti e 143.000 case di palestinesi abbattute costringendo i sopravvissuti a fuggire verso vecchi e nuovi campi profughi. Ancora una volta la guerra si scaglia contro i civili inermi, compresi bambine e bambini che sono prime vittime di una violenza destinata a crescere e ad essere sempre di più alimentata dall’orrore di questi ultimi giorni.

Oltre alla azione armata su Gaza e sui territori occupati della Cisgiordania, il governo Israeliano continua l’assedio bloccando fornitura di acqua, energia, cibo e medicinali, aggravando ancora di più le sofferenze del popolo palestinese, vittima del terrorismo di Hamas oltre che della condizione storica di oppressione dovuta all’occupazione. Fermare il massacro significa ritrovare il modo per tornare a parlare di pace, bloccare l’escalation che rischia di allargare il conflitto e di aumentare enormemente il numero di vittime civili.

Alla manifestazione dove hanno partecipato più di trenta associazioni, compresa una rappresentanza delle comunità magrebine del territorio, è stato ribadito il ripudio alla guerra come previsto dall’articolo 11 della Costituzione Italiana e a tal proposito è stato diffuso un audio con la voce e le parole di Gino Strada nel quale, oltre a condannare tutte le guerre sparse per il mondo, rifletteva sull’esorbitatane costo economico degli armamenti, circa 50.000 dollari al secondo, destinati a creare morte e distruzione e ad aumentare le diseguaglianze tra le persone che fanno fatica a vivere perché privi di un reddito utile per una vita dignitosa.

In tal senso è stato anche richiamato dentro il tema dell’urgenza della Pace la questione del disarmo e di bloccare la nuova corsa agli armamenti che spinge sempre di più i Paesi ad aumentare la quota di risorse per spese in armi, anche in Italia dove ormai il 62% di persone famiglie fa fatica ad arrivare a fine mese ed una parte di queste vivono già sotto la soglia di povertà. Riprendere per mano la pace significa fare tutto il possibile affinché la diplomazia e la mediazione possa riprendere il ruolo centrale, non solo in medio oriente ma in tutti gli scenari di guerra, compresa l’Ucraina.

Sembra un’ipotesi oggi assai improbabile, anche alla luce del vertice per la pace al Cairo dove non sembra esserci stata una conclusione con risultati di rilievo e nemmeno una netta decisione sullo sblocco dei canali umanitari per consentire l’ingresso di aiuti alla popolazione civile palestinese ormai senza viveri e medicinali da giorni. Si deve continuare la mobilitazione anche attraverso iniziative di sensibilizzazione ed approfondimento affinché si possa determinare prima possibile un cessate il fuoco, prima dell’avvio dell’operazione di terra su Gaza da parte di Israele destinata ad aumentare decisamente il numero di vittime civili, ed avviare le vie diplomatiche anche attraverso il rafforzamento del ruolo dell’Europa.

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