Lunedì primo giorno di scuola per molti, ma non per tutti: in Sicilia si ricomincia mercoledì. Non mancano i problemi

Corriere di Ragusa Attualità

Lunedì primo giorno di scuola per molti, ma non per tutti: in Sicilia si ricomincia mercoledì. Non mancano i problemi

RAGUSA – Lunedì è stato il primo giorno di scuola per molti, ma non per tutti: in Sicilia si ricomincia ufficialmente mercoledì. Non mancano i problemi, ad esempio per gli studenti con disabilità, dato che in molti comuni, come ogni anno, non partiranno dal primo giorno dei servizi essenziali quali l’insegnante di sostegno, il trasporto e l’Asacom (assistente all’autonomia e alla comunicazione).

Il problema poi non è solo garantire l’avvio del servizio, ma anche assicurarne la qualità: con almeno la metà degli insegnanti di sostegno che cambia scuola ogni anno e addirittura con studenti che cambiano insegnante più volte nel corso dell’anno la continuità didattica rimane un obiettivo solo su carta. Per non parlare del fatto che senza assistenza molti alunni non riescono a seguire, con il risultato che spesso i genitori preferiscono tenerli a casa.

E sempre in tema di inclusione scolastica e diritto allo studio non sarebbe solo la disabilità a meritare maggiore attenzione. Dati alla mano, il nostro Paese investe nel settore solo il 4,1% del Pil contro una media europea del 4,8% a cui si aggiunge la carenza di servizi come mense, asili nido e tempo pieno. La percentuale di dispersione scolastica in Italia è tra le più alte (la maglia nera purtroppo spetta alle regioni del Sud). A farne le spese sono soprattutto le fasce più deboli, come gli studenti stranieri sempre più numerosi anche nelle classi della nostra Provincia. Una recente ricerca evidenzia come l’11% degli alunni con background migratorio ha avuto periodi di interruzione della frequenza scolastica superiori a sei mesi per ragioni che non fanno onore al nostro sistema educativo, come la mancanza di posti a disposizione e la conoscenza limitata della lingua italiana.

È anche vero che, in ambito provinciale, alcuni Comuni sono più virtuosi e sono riusciti ad organizzare i servizi in modo da avviarli con l’apertura delle scuole, altri sono in maggiore difficoltà per fattori sia endogeni che esogeni. Settembre porta quindi con sé delle problematiche ormai note (la mancanza di fondi, quando partiranno i servizi, chi si occuperà dell’assistenza igienico personale ecc.) che naturalmente richiedono tempo per essere risolti. Come cercare di prevenirle? Iniziando a programmare i servizi per il nuovo anno già con la chiusura delle scuole, a giugno.

E’ anche la scuola dei precari: nelle classi infatti c’è un precario ogni 4 insegnanti e una nuova cattedra su 2 è ancora vacante. Ancora da bandire concorsi per 70.000 posti. L’istruzione è uno di quei capitoli di spesa che avrebbe bisogno di finanziamenti potenziati. Ma i fondi in manovra mancano.

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