A Modica il presidio di Libera nel nome di Lia Pipitone, vittima della mafia e morta per la sua libertà. Il figlio continua la battaglia

Corriere di Ragusa Attualità

A Modica il presidio di Libera nel nome di Lia Pipitone, vittima della mafia e morta per la sua libertà. Il figlio continua la battaglia

MODICA – A Modica il presidio territoriale di Libera è stato intitolato a Lia Pipitone. Libera è una rete di associazioni, cooperative sociali, movimenti, scuole, sindacati, diocesi, parrocchie e gruppi scout coinvolti in un impegno contro le mafie e non solo. L’intitolazione è avvenuta venerdì sera nel cantiere sociale Crisci Ranni dell’ex Foro Boario, alla presenza delle autorità istituzionali. A fare gli onori di casa il referente del presidio Francesco Rendo, il quale ha evidenziato la fondamentale importanza di fare rete contro soprusi e deriva sociale, che posso causare vittime, spesso di un sistema avvelenato e corrotto. E non a caso, come accennato, il presidio è stato ora intitolato a Lia Pipitone, la figlia ribelle di un boss di Palermo uccisa a 25 anni nel 1983, vittima della mafia.

Alessio Cordaro, il figlio di Lia, è stato presente all’intitolazione del presidio alla madre, e continua la sua battaglia con il libro “Se muoio sopravvivimi”, con il racconto inchiesta scritto insieme al giornalista Salvo Palazzolo, collegato in video call e che ha portato il suo saluto ai presenti, che fece riaprire l’inchiesta giudiziaria, già archiviata subito dopo il delitto avvenuto al culmine di una falsa rapina. Lia era nata per la libertà ed è morta per la sua libertà.

La donna fu uccisa dalla mafia perché si ribellò al padre boss. La donna riuscì a fuggire da Palermo con il fidanzato per sfuggire al padre padrone, ma mafiosi autorevoli si mobilitarono per ritrovare i 2 ragazzi, e il compagno di Lia fu anche portato davanti a un tribunale di mafia. Ma lei non si arrese, continuò a contestare il padre e a vivere la sua vita in libertà. Anche quando una voce insistente nel quartiere iniziò a dire che stava dando scandalo per la sua amicizia con un uomo. Ora l’intitolazione a Lia Pipitone del presidio a Modica la ricorda e la onora, nel nome di una missione volta a limitare, se non addirittura ad annullare, i soprusi che causano vittime innocenti.

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