“L’autonomia di alcune scuole in provincia di Ragusa è a rischio”: l’allarme sul dimensionamento scolastico lanciato da Bellassai

Corriere di Ragusa Attualità

“L’autonomia di alcune scuole in provincia di Ragusa è a rischio”: l’allarme sul dimensionamento scolastico lanciato da Bellassai

RAGUSA – “L’autonomia di alcune scuole, in provincia di Ragusa, è a rischio. Tutto ciò finirà con l’acuire i problemi di un territorio con altissima dispersione scolastica, fenomeno calato nel contesto di una grave crisi socioeconomica”. E’ quanto rileva il vicesegretario provinciale del Partito Democratico di Ragusa, Gigi Bellassai, facendo riferimento alla revisione normativa sul dimensionamento scolastico così come delineata dalla Finanziaria 2023. “Diversi – continua Bellassai – i motivi che ci preoccupano.

In primo luogo, le nuove disposizioni sostanzialmente estromettono le Regioni dalla concertazione in ordine alla fissazione dei criteri per la determinazione del contingente dei dirigenti e al riparto di tale contingente tra le Regioni, prevedendo il passaggio alla semplice competenza ministeriale ove, entro una data predeterminata, non sia raggiunto l’accordo in Conferenza unificata. In definitiva, si consente allo Stato di provvedere unilateralmente, in violazione del principio di leale cooperazione e delle competenze amministrative delle Regioni in materia di istruzione. Al netto di tali considerazioni, pure importanti, che investono il riparto di competenze tra Stato e Regioni, emerge che l’obiettivo primario da raggiungere sembra essere, ancora una volta, la riduzione dei costi tramite la riduzione delle autonomie scolastiche e non, come chiesto dal Pnrr, un miglioramento della qualità dell’insegnamento.

Il punto 1.3 della missione 4 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, relativo alla “Riforma dell’organizzazione del sistema scolastico”, non contempla interventi di riduzione della spesa per il personale e quindi di riduzione del numero delle strutture, ma prefigura riforme che dovrebbero andare in direzione esattamente opposta, cioè quella d’investire risorse per il miglioramento dell’organizzazione scolastica. Pertanto, le norme in questione non sono affatto funzionali al Pnrr, ma anzi ne eludono lo specifico obiettivo che prevede un potenziamento e non un indebolimento della rete scolastica”.

“Voglio ricordare – ancora Bellassai – che il parametro che, a partire dall’anno scolastico 2025/2026, vigerà nell’organizzazione scolastica, seppure con la perequazione del 2 per cento da applicare nei sette anni successivi alla sua prima attuazione, porterà all’accorpamento nella nostra Regione di oltre 100 istituti sugli attuali 812, di cui 5/6 in provincia di Ragusa sugli attuali 53, quindi oltre il 10%. E, in effetti, si stima che il ridimensionamento produrrà i maggiori effetti proprio nelle regioni meridionali e nelle provincie più piccole a forte calo demografico come quella iblea, perché maggiormente colpita dal calo del numero degli studenti sia a causa della denatalità sia per via del decremento del numero dei residenti. Peraltro, la contrazione del contingente organico dei dirigenti e dei Dgsa porta con sé anche una riduzione del personale Ata: si calcola una media di 8-10 unità per ogni istituto”.

“È impensabile – chiarisce l’esponente del Pd provinciale – che questi numeri abbiano impatto neutro sul nostro territorio già depauperato da anni di crisi economica e spopolamento; è di tutta evidenza che si creeranno le condizioni per acuire tutte le attuali criticità. Ci preoccupano ancor di più le precisazioni del ministro circa il fatto che il parametro di 900-1000 alunni non vada inteso quale soglia per l’autonomia delle istituzioni scolastiche ma sia unicamente finalizzato alla determinazione dell’organico regionale dei dirigenti scolastici con l’obiettivo di parametrare il numero delle autonomie scolastiche alla popolazione studentesca regionale, e non più, come in passato, al numero di alunni per singola istituzione.

In realtà, appare certo che i parametri dettati dal nuovo comma 5-quinquies siano diretti a ridurre il personale dirigenziale e il personale amministrativo collegato, e dunque inevitabilmente a ridurre il numero di plessi scolastici dotati di autonomia. Va sottolineata la necessità di salvaguardare aree e contesti urbani a particolare disagio socio-economico nei quali si registrano altissimi tassi di dispersione scolastica. La provincia di Ragusa è infatti maglia nera della dispersione scolastica in Sicilia con quasi il 22% di dispersione per l’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione, rispetto al valore medio nazionale di 12,71.

Con l’Indice di dispersione scolastica globale (Idsg) allarmante: per la Primaria lo 0,46%, per la Secondaria di primo grado il 5,96% e per la Secondaria di secondo grado il 10,24%. Si tratta di dati che richiedono la massima attenzione se davvero si vuole rendere effettivo l’esercizio del diritto allo studio e l’attuazione del principio costituzionale secondo il quale “la scuola è aperta a tutti”. Quelli iblei sono contesti urbani nei quali le particolari condizioni socio-economiche e la presenza di alte percentuali di immigrati che operano nel contesto agricolo, determinano una forte propensione all’abbandono scolastico. È impensabile sguarnire ulteriormente territori socialmente fragili, nei quali la scuola non può essere assente, rappresentando un presidio e un punto di riferimento per un possibile riscatto”.

“Ecco perché – conclude Bellassai – proprio dai Comuni del territorio ibleo deve partire una forte mobilitazione: dalle istituzioni locali, dalle forze sindacali ma anche dal mondo della scuola e dalle famiglie che subiranno l’impatto maggiore dal dimensionamento, per fermare questa scellerata ipotesi di riduzione dell’offerta formativa e dell’autonomia delle istituzioni scolastiche finalizzata esclusivamente alla riduzione dei costi del servizio scolastico”.

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