Stop reddito di cittadinanza per 1.162 residenti nel Ragusano, Scifo (Cgil): “Lotteremo per i più deboli”. L’Inps rassicura e spiega tutto l’iter

Corriere di Ragusa Attualità

Stop reddito di cittadinanza per 1.162 residenti nel Ragusano, Scifo (Cgil): “Lotteremo per i più deboli”. L’Inps rassicura e spiega tutto l’iter

RAGUSA – “Il Reddito di cittadinanza è stato sospeso con un sms l’Inps nessuna alternativa ad oggi per le 169.000 famiglie raggiunte dal provvedimento di sospensione. Nel Ragusano sono 1.162 i percettori raggiunti dal provvedimento di sospensione. Anche il metodo di comunicazione lascia intendere l’idea che il Governo ha della povertà. Un sms dopo che, all’epoca i destinatari sono stati convocati dai Comuni, i centri per l’impiego e dai servizi sociali, per cercare di avere un quadro completo delle diverse realtà sociali. Infatti soprattutto i servizi sociali, hanno provato a capire i diversi aspetti delle povertà e delle esclusioni sociali”. E’ quanto afferma Peppe Scifo, segretario generale della Cgil di Ragusa in riferimento al taglio del reddito di cittadinanza anche nel nostro territorio.

“Un lavoro di accompagnamento, anche se a macchia di leopardo – continua Scifo – nelle diverse realtà municipali , per provare a mettere un campo una strategia complessiva e multidisciplinare in grado affrontare le diverse sfaccettature della povertà. Di fronte alla decisione sbagliata del Governo di sospendere il Reddito di cittadinanza la comunicazione di un evento così grave per le famiglie, invece viene affidato alla messagistica artificiale, alla fredda e al distacco. Daremo battaglia – conclude il sindacalista – contro questa idea della destra di difesa dei più forti contro gli interessi e i diritti dei più deboli”.

LE RASSICURAZIONI DELL’INPS
L’Inps fornisce primi elementi sulle modalità di accesso al percorso di inclusione sociale e di attivazione al lavoro in attesa dell’adozione dei decreti attuativi delle nuove misure per il contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale e lavorativa. A tal riguardo, le disposizioni transitorie prevedono che, per alcuni nuclei familiari non attivabili al lavoro (e comunque non oltre il 31 ottobre) possa pervenire una comunicazione di presa in carico da parte dei servizi sociali.

Per questi nuclei presi in carico dai servizi sociali la fruizione del reddito di cittadinanza potrà proseguire, senza il limite delle sette mensilità e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2023. L’Inps ha già ricevuto da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nei primi giorni di luglio, 88.000 comunicazioni a riguardo. Pertanto l’ipotesi della presa in carico non riguarda i nuclei familiari i cui componenti sono stati avviati ai Centri per l’Impiego e per i quali non è risultato necessario il rinvio ai servizi sociali. Per questi, e per coloro che non risulteranno presi in carico dai servizi sociali, dal primo settembre 2023 sarà possibile accedere alla nuova misura del Supporto per la Formazione e per il Lavoro. L’obiettivo di questa misura è l’inserimento al lavoro, garantendo al contempo un supporto economico pari a 350 euro mensili, per un massimo di 12 mensilità. Per accedere alla misura, oltre a presentare una domanda, è necessario seguire uno specifico iter, che sarà illustrato in una video guida messa a disposizione dall’Istituto.

Coloro che sono stati già avviati ai centri per l’impiego e risultano già inseriti nei programmi nazionali per la Garanzia occupabilità lavoratori o in progetti utili alla collettività oppure in altre iniziative di attivazione, potranno proseguire nel loro percorso. Ai fini del riconoscimento del beneficio Supporto per formazione e il lavoro, infatti, potranno essere convalidate iniziative di avviamento al lavoro già attivate. Dal 1° gennaio 2024, i nuclei al cui interno sono presenti persone disabili, minorenni, o con almeno 60 anni d’età, ovvero componenti in condizione di svantaggio e inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali certificati dalla pubblica amministrazione, saranno potenzialmente destinatari dell’Assegno di inclusione, nuova misura di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale. Per l’efficace attuazione delle 2 misure Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Regioni, Servizi sociali dei Comuni, Centri per l’impiego e l’Inps stanno collaborando per garantire a ciascuno, in relazione ai propri bisogni, il beneficio economico e il supporto necessario nei percorsi di inclusione sociale e lavorativa.

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