Rivolta in carcere a Ragusa per il suicidio di un detenuto di 25 anni. Chiesto un vertice con il prefetto

Corriere di Ragusa Cronaca

Rivolta in carcere a Ragusa per il suicidio di un detenuto di 25 anni. Chiesto un vertice con il prefetto

RAGUSA – Cgil, Cisl e Uilpa intervengono dopo il suicidio di un giovane detenuto di 25 anni, originario di Noto, sposato e padre di 3 figli piccoli, nel carcere di via Di Vittorio a Ragusa. “Una tragedia annunciata” è quanto riferiscono le segreterie provinciali dei sindacati. “La casa circondariale di Ragusa – scrivono in una nota congiunta – dopo il decesso del detenuto, è stata teatro di una rivolta, messa in atto dagli altri detenuti, in segno di protesta verso le istituzioni che dovrebbero tutelarne i diritti e la salute all’interno della carceri. Protesta riferita all’esiguo numero di operatori capaci di fornire un supporto psicologico e ad una sanità locale incapace di fornire adeguati servizi assistenziali all’interno dell’istituto per i medesimi soggetti. La rivolta, iniziata intorno alle 22 di sabato, ha comportato il richiamo urgente in servizio del personale assente a vario titolo, il dispiegamento di altre forze dell’ordine, nonché l’impiego di un’aliquota di personale proveniente da altro istituto penitenziario, che hanno consentito di ripristinare l’ordine intorno alle 2.30 del mattino.

Da tempo denunciamo condizioni lavorative estreme in questo istituto, dove gli uomini e le donne della polizia penitenziaria, sono tenuti a operare in condizioni sempre più difficili, con turni di servizio estenuanti, causa la gravosa carenza nell’organico complessivo. Il disagio lavorativo patito dai poliziotti e l’inevitabile ritardo nel riscontrare per tempo alcune istanze avanzate dai detenuti, contribuisce a generare ulteriori tensioni all’interno della struttura, che poi possono sfociare in criticità.

La presenza di soggetti con patologie psichiatriche, acuisce maggiormente talune criticità, poiché l’istituto risulta inidoneo per la gestione di questi soggetti che il più delle volte necessiterebbero un presidio medico psichiatrico costante. Il grido di allarme, più volte lanciato da noi sindacati, in ambito locale e regionale, circa l’inadeguatezza degli organici della polizia penitenziaria, ad oggi, non è stato ascoltato dai vertici dell’amministrazione, ma certamente non potrà continuare così.
Nell’esprimere massima vicinanza e sostegno a questi poliziotti, che nonostante quotidianamente operano in condizioni lavorative estreme, riescono con encomiabile abnegazione e spiccate qualità umane e professionali, a svolgere il delicatissimo e difficilissimo compito istituzionale demandato, queste segreterie – chiude la nota – continueranno a denunciare nelle sedi istituzionali preposte, le gravissime criticità che oramai da troppo tempo affliggono l’istituto di Ragusa e preannunciano, che a breve, saranno comunicate le iniziative di protesta previste dalla legge, che verranno adottate per porre l’attenzione degli organi preposti, ai vari livelli, sull’istituto di Ragusa, a partire dalla richiesta di un urgente incontro con il Prefetto di Ragusa”.

Condividi questo