4 anni fa ci lasciava Giorgio Sparacino. Il ricordo dell’apprezzato attore e regista

Corriere di Ragusa Attualità

4 anni fa ci lasciava Giorgio Sparacino. Il ricordo dell’apprezzato attore e regista

di MARCO SAMMITO

MODICA – 4 anni fa, il 9 luglio del 2019, lasciava la sua esperienza terrena Giorgio Sparacino. La notizia della sua dipartita lasciò sgomento e vuoti in chi lo aveva conosciuto e frequentato nelle ricche e variegate tappe della sua vita: Attore, regista, studioso del teatro, amministratore pubblico, amico e intellettuale a tutto tondo. Una fase della sua vita con le quali ho convissuto fu l’esperienza di “Radio Emme uno”. Brillante sceneggiatore di “Emme uno a zero” rubrica di satira sportiva del lunedì mai eguagliata per idea e intensità comica e come assessore alla cultura negli anni aurei dell’amministrazione Ruta.

L’ occasione fu l’invenzione del settimo centenario della Contea di Modica. Sua l’idea, sua l’organizzazione, non tutto suo il successo epocale che da quell’ evento (12 marzo 1996) scaturì con uno start up culturale e turistico di cui ancora oggi si raccolgono i frutti. Riportò nella terra in cui fu rinvenuto l’ Ercole di Modica dopo un trentennio di indifferenza e di tentativi falliti.
Giorgio Sparacino amministratore non fu molto amato. Fuori, per carattere e per convinzione, dai giochi di potere e dai cerchi magici che contavano. per sua libera scelta amava assumersi in proprio le responsabilità di ciò che affermava e faceva. Ed è la ragione per la quale il palazzo della politica non lo ricorderà, nè alcuno dei suoi membri si farà carico di una memoria. La sua fama durò il tempo di un fulmine. Se ne uscì in punta di piedi, chiudendo la porta senza far rumore.

Ritornò tra le braccia dell’amore di sempre: il teatro e il palcoscenico. Spazio e tempo per curare le ferite di una stagione politica importante e fondante nelle iniziative ma scarsamente conciliante sul piano dei consensi. Non se ne ebbe mai a male, saggio come era. Capì che il suo vero mondo era solo quello. Emigrò a Ragusa al Centro Studi “Feliciano Rossitto”. Finalmente aveva trovato la sua Itaca e la sua pace artistica.

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