Liste d’attesa interminabili per visite e prestazioni nelle strutture sanitarie in Sicilia

Corriere di Ragusa Sicilia

Liste d’attesa interminabili per visite e prestazioni nelle strutture sanitarie in Sicilia

Ancora una volta il Codacons si impegna nella tutela dei diritti dei cittadini siciliani, e in particolare dei pazienti, che sono costretti a fare i conti con liste d’attesa interminabili per visite e prestazioni presso strutture sanitarie dell’isola. “Ma da quanto tempo in Sicilia si parla di questo problema – si legge nella nota del Codacons – e si è detto (i politici lo ripetono continuamente) che mancano i fondi e che si fa il possibile per gestire la sanità al meglio. Ebbene, stavolta, però, i soldi ci sono, poiché il governo nazionale ha stanziato 40 milioni di euro per recuperare le prestazioni sanitarie saltate durante la pandemia, sicché si sarebbero dovuti risolvere molte criticità.

In special modo, con così tanti soldi, finalmente i siciliani avrebbero potuto vedere azzerate le liste d’attesa. Eppure nulla di tutto questo è successo, anzi si è verificato quello che non ci potevamo immaginare, ossia che la Sicilia spendesse solo il 27,5% di quei fondi che le sono stati elargiti. Sì, sembra incredibile ma è proprio così, come se non esistessero emergenze da sanare nella sanità siciliana attraverso fondi statali.

E allora il Codacons – prosegue il comunicato – ha presentato un esposto alla Procura della Corte dei Conti, che dovrà valutare perché grossa parte dei fondi statali non vengono impiegati, ed ancora in che modo vengono spesi i fondi destinati alla sanità siciliana. I siciliani sono stanchi di vedersi fissare visite mediche ed esami a distanza di svariati mesi, in quanto i ritardi costringono gli utenti e rivolgersi alle strutture private, pagando di tasca propria le prestazioni – chiude la nota – o di “migrare” verso altre regioni d’Italia”. L’associazione rivolge, infine, un appello al Governo Meloni, affinché intervenga per salvare i cittadini dell’isola commissariando la sanità siciliana e gestendo il servizio sanitario regionale a livello statale, unica possibilità per ottenere standard più vicini a quelli delle altre regioni italiane.

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