Hanno agito per vendicare un torto subìto i 2 fratelli fermati per l’agguato con sparatoria ai danni di un 57enne e del figlio 30enne

Corriere di Ragusa Cronaca

Hanno agito per vendicare un torto subìto i 2 fratelli fermati per l’agguato con sparatoria ai danni di un 57enne e del figlio 30enne

SCICLI – I fratelli sciclitani di 42 e 50 anni fermati dai carabinieri per l’agguato con sparatoria a Scicli ai danni di un imprenditore di 57 anni e del figlio 30enne, pure loro sciclitani, sono comparsi per l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lagonegro, affermando di avere ferito le 2 vittime dell’agguato per vendicare un’aggressione fisica subita tempo prima. Un pestaggio che aveva ridotto in fin di vita un componente della famiglia dei 2 fratelli, costretto al ricovero in prognosi riservata, per circa un mese. Il pubblico ministero ha chiesto la convalida e il mantenimento della custodia cautelare in carcere, mentre l’avvocato difensore ha chiesto gli arresti domiciliari. Il gip ha quindi deciso di lasciare i 2 fratelli in carcere. Entrambi sono accusati di duplice tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, ricettazione e detenzione abusiva d’arma. Uno di loro si sarebbe assunta la responsabilità, ammettendo di essere colui che fisicamente ha sparato. Le due vittime, dopo l’agguato si erano rifugiati nella tenenza dei Carabinieri di Via Emmolo, mentre i presunti colpevoli erano fuggiti in auto, raggiungendo la Calabria, dove erano stati fermati. Ora sono rinchiusi nel carcere di Potenza.

I DETTAGLI DEL FATTO
I carabinieri hanno posto in stato di fermo di polizia giudiziaria 2 fratelli di Scicli di 50 e 42 anni, entrambi già noti alle forze dell’ordine, uno ritenuto autore e l’altro il complice dell’agguato con sparatoria a Scicli ai danni di un imprenditore di 57 anni e del figlio 30enne, pure loro sciclitani. I 2 uomini sono stati intercettati mentre viaggiavano a bordo di una Fiat Croma nera e fermati lungo l’autostrada A2 direzione Salerno, in Calabria, mentre cercavano di allontanarsi il più possibile a bordo della loro auto, dopo aver traghettato da Messina. I 2 fratelli si trovano ora rinchiusi nella casa circondariale di Potenza, a disposizione della procura di Lagonegro, in attesa dell’udienza di convalida del fermo. Nel corso delle indagini, i militari dell’Arma hanno rinvenuto il fucile a canne mozze presumibilmente usato dai 2 fermati per compiere l’agguato nei pressi di contrada Zagarone. Le indagini erano scattate immediatamente. Dietro all’agguato ci sarebbero vecchi dissidi, a quanto pare di natura economica, tra le 2 famiglie protagoniste della vicenda, anche se l’ipotesi è ancora da confermare al 100% nell’ambito delle indagini in corso.

I Ris hanno intanto eseguito i rilievi sul suv a bordo del quale le 3 vittime avevano raggiunto la tenenza dei carabinieri di via Emmolo a Scicli, presentandosi entrambi feriti e insanguinati al volto, dove erano stati raggiunti da colpi di fucile a canne mozze caricato a pallini da caccia sparati da uno dei 2 fratelli all’interno dell’abitazione delle 2 vittime dell’agguato. Intanto i 2 feriti, dall’ospedale Maggiore di Modica dove erano stati ricoverati in un primo momento dopo gli immediati soccorsi in ambulanza, sono stati trasferiti al reparto di oculistica dell’ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa. Erano state le loro testimonianze circostanziate a portare i militari dell’Arma sulla giusta pista per risalire subito ai 2 presunti autori della sparatoria, come accennato intercettati e fermati oltre lo Stretto mentre si stavano dando alla fuga in auto.

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