La Festa del Lavoro ad Acate nel segno dell’ivoriano scomparso. “Non ci fermeremo”

Corriere di Ragusa Attualità

La Festa del Lavoro ad Acate nel segno dell’ivoriano scomparso. “Non ci fermeremo”

ACATE – Non c’è aria di gioia nel 1° maggio di Acate. Cgil, Libera e Flai Cgil hanno celebrato, con un migliaio di persone provenienti da ogni dove, la Festa del Lavoro nel nome di Daouda Diane, il mediatore culturale ivoriano scomparso nel nulla e di cui non si hanno più notizie dal 2 luglio. Evidenziate anche le contrarietà alle decisioni del governo nazionale, che, proprio in questo giorno, lanciando una provocazione al sindacato, ha approvato un decreto che allunga il precariato, da un colpo alle tutele e aumenta la precarietà.

“Primo Maggio festa dei lavoratori. Questa festa assieme al 2 Giugno ed al 25 Aprile, sta molto antipatica a questo governo, tanto da volerla eliminare dal calendario”. Questa è solo una delle frasi detta da uno dei relatori alternatasi sul palco della piazza di Acate, dove si sono alternati, moderati dal segretario provinciale della Cgil Ragusa Giuseppe Scifo, il sindaco di Acate Giovanni Di Natale, che ha mostrato brevemente la realtà lavorativa acatese del momento, un lavoratore di un supermercato Ragusa, che, al grido de “La festa non si vende ma si vive” denuncia per l’ennesima volta questo disagio, una infermiera dell’Asp di Ragusa, che ha denunciato la precarietà del settore e la mega presa in giro post covid, con tanti operatori lasciati a casa dopo essersi sacrificati durante la pandemia.

“Nei campi attorno ad Acate e nella fascia trasformata, nei centri commerciali, c’è chi lavora anche il 1° maggio con scarse tutele e non in piena sicurezza – è stato detto dal palco – i morti sui luoghi di lavoro sono aumentati in modo esponenziale perché la ricerca del profitto ha reso più rischioso gli spazi di lavoro con persone avanti negli anni che stazionano nelle impalcature”.

Giovanni Minniti, segretario nazionale della Cgil Flai si è soffermato sull’importanza del lavoro e della festa, mortificata dei provvedimenti e dalle leggi nel corso degli anni. Ha chiuso la manifestazione Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, sottolineando che “La speranza e L’immigrazione, non sono reato”. “L’omertà che uccide la libertà, “Senza diritti il lavoro non è libero” sono solo alcune delle frasi su cui si è soffermato durante il suo intervento.

“In Sicilia mancano gli ispettori del lavoro” ha sottolineato Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia, dicendo sì all’autonomia differenziata. “Bisogna ripercorrere la lezione di Pio la Torre nella lotta alla mafia ed è venuta l’ora – ha concluso Mannino – di cambiare passo, e se il governo non lo farà, il mondo del lavoro reagirà”.

Ha collaborato Antonio Giuga

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