Corriere di Ragusa Economia

L’aumento dei tassi d’interesse stritola le piccole e medie imprese

RAGUSA – In questi tempi difficili il sistema produttivo è gravato dalla problematica generata dai sostanziali aumenti nei tassi di interesse. E’ una questione che preoccupa molto ed è per questo che la Cna, a livello nazionale, ha più volte ripreso la problematica per fornire dei chiarimenti a imprese e artigiani che hanno dovuto fare i conti con un incremento medio di tre punti percentuale sugli interessi inizialmente pattuiti. Ecco perché, con l’ausilio degli operatori del consorzio Unifidi, la rappresentanza del Mestiere Meccatronici della Cna territoriale di Ragusa, con il suo presidente Alessio Pacetto, ha voluto svolgere una propria indagine, mettendo a confronto diversi piani di ammortamento raccolti tra i Comuni.

“L’analisi dei dati evidenzia, purtroppo – afferma il responsabile territoriale del Mestiere Andrea Distefano – quanto ci si aspettava. Infatti, già da una prima osservazione è evidente che rate rimaste stabili negli anni hanno subito un notevole e repentino incremento dal mese di giugno 2022. E’ ovvio che si tratta di una situazione insostenibile per chi cerca di fare impresa e si confronta con difficoltà serie ogni giorno”.

Occorre fare un po’ di chiarezza. “Il problema – chiarisce Distefano – sta nel fatto che, fino a qualche mese fa, l’Euribor applicato oscillava tra lo -0.31% e lo -0.050% per arrivare ad una percentuale odierna del 3,17%, dunque ecco perché un prestito che fino a qualche mese fa era stabile ad un tasso del 3% oggi è salito al 6,17%. L’aumento dei tassi d’interesse voluto oggi dalla Bce avrebbe dovuto portare ad un abbassamento dell’inflazione di quasi due punti percentuale”.

Secondo Giuseppe Santocono, presidente territoriale Cna Ragusa, “Ad oggi l’unico risultato ottenuto è stato un effetto estremamente negativo sulla ripresa, finendo per penalizzare i consumi delle famiglie e le piccole e medie imprese. Infatti – prosegue ancora Santocono – la crescita dei tassi sui finanziamenti in molti casi si ripercuote automaticamente sulla situazione finanziaria delle Pmi, già messe a dura prova dall’aumento dei prezzi di materie prime ed energia, che, tra l’altro, visto e considerato che la percentuale di inflazione è rimasta tale, non hanno subito ad oggi nessun abbassamento dei prezzi”.

“Ci aspettiamo che si faccia qualcosa urgentemente – sostiene il segretario territoriale Carmelo Caccamo – Occorre intervenire in maniera decisa perché, in un territorio come il nostro, con una massiccia presenza di imprese, tutto questo, come se non fossero già bastate la pandemia, il caro materie prime e il caro energia, finirà con il continuare a creare scompensi e nei fatti, metterà a rischio la sopravvivenza delle piccole imprese”.

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