Formazione “esagerata” per i commercialisti anche nel Ragusano

Corriere di Ragusa Attualità

Formazione “esagerata” per i commercialisti anche nel Ragusano

RAGUSA – Formazione “esagerata” per i commercialisti italiani, compresi quelli della provincia di Ragusa, che hanno l’obbligo, in un anno, di assolvere a una formazione professionale di circa 300 ore per potere svolgere la professione per cui hanno studiato per almeno 10 anni sostenendo anche gli esami di Stato per ottenere l’abilitazione all’esercizio della professione. In Italia, nessun’altra professione è obbligata a tanta formazione dopo l’abilitazione per svolgere la propria attività, men che meno gli avvocati e i consulenti del lavoro, diretti competitor professionali.

Il commercialista, ad esempio, per potere svolgere l’attività di revisore contabile (insita negli studi tecnici già effettuati poiché si tratta di mero controllo contabile) deve dotarsi di ben 20 ore di formazione. Se poi vuole fare anche il revisore degli enti locali deve maturare altre 10 ore di formazione specifica. Una formazione plausibile in coloro che svolgono l’attività di revisore come gli avvocati che non hanno trattato nel loro percorso di studi materie tecniche, ma chiederlo ad un commercialista che ha avuto un percorso accademico squisitamente contabile è veramente una stranezza tutta italiana.

Per non parlare poi delle 200 ore necessarie ad acquisire la specializzazione delle Saf (scuola alta formazione) per svolgere alcune delle attività che notoriamente sono svolte con professionale abnegazione e successo poiché rientrano nel mandato professionale come il contenzioso tributario e tutto questo alla fine senza avere neanche uno straccio di esclusiva per la categoria. In questi giorni, i commercialisti sono impegnati in corsi di formazione per un minimo di 40 ore per poter ricevere incarichi di commissario giudiziale di curatore o gestore della crisi d’impresa, paragonati alla stressa stregua dei consulenti del lavoro e degli avvocati che mai hanno trattato nel loro percorso accademico materie come scritture contabili, bilanci, note integrative e gestione aziendale.

“E’ inoltre di questi giorni la notizia che diventa la classica goccia che fa traboccare il vaso – sottolinea il presidente di Anc Ragusa Rosa Anna Paolino – quella, cioè, che per svolgere l’attività di professionisti delegati alle vendite giudiziarie con incarichi affidati dai giudici delle esecuzioni occorre avere partecipato in modo proficuo e continuativo a scuole o corsi di alta formazione, organizzati, anche delegando gli Ordini locali, dal consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.

Come commercialisti siamo sempre stati abituati a studiare anche solo per andare dietro alle norme schizofreniche fiscali e la formazione è nel nostro dna ma adesso si sta esagerando anche perché la formazione che ci viene richiesta non è su materie giuridiche o di lavoro rispetto a cui potremmo anche essere deficitari, ma riguarda essenzialmente materie che trattiamo, nello svolgimento delle nostre competenze, tutti i giorni e che sottrae tempo da dedicare alla nostra attività sul campo come seguire i clienti nel far crescere l’impresa monitorandone la gestione aziendale. Come professionisti siamo favorevoli alle specializzazioni, alla formazione e allo studio, ma non è plausibile che la nostra professione non debba avere esclusive nel campo tecnico contabile nei confronti di altre attività professionali meno competenti di noi in queste materie che ad oggi sono considerate al nostro livello.

Ecco perché come Anc Ragusa – chiude la Paolino – denunciamo uno svilimento della nostra categoria professionale e chiediamo con forza alla politica e alle istituzioni in genere di rivalutare il ruolo dei commercialisti come presidi professionali e di legalità altamente qualificati ad assistere e coadiuvare le imprese ed i contribuenti”.

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