Caro voli: Schifani si rivolge (di nuovo) all’Antitrust e ai ministri. Pasqua in Sicilia? Roba da ricchi!

Corriere di Ragusa Sicilia

Caro voli: Schifani si rivolge (di nuovo) all’Antitrust e ai ministri. Pasqua in Sicilia? Roba da ricchi!

Sullo scandalo del caro voli per Pasqua (dopo quello dello scorso Natale) il presidente della Regione Renato Schifani non trova di più concreto da fare che segnalare (nuovamente) i fatti all’Antitrust (nonostante la precedente segnalazione non sia servita a una beata… mazza) e a piangere addosso ai ministri Salvini e Giorgetti affinché facciano da mediatori con le compagnie aeree, magari “cazziàndole” pure. Insomma, sempre e soltanto fiumi di parole (i Jalisse docet) che non servono a nulla nel concreto, se non a far innalzare il già critico livello di nervosismo dei siciliani fuori sede, molti dei quali non potranno trascorrere la Pasqua a casa, ormai divenuta roba da ricchi. Cambierà qualcosa in vista delle altre festività? Visto l’andazzo attuale, sperarci appare utopico. Se il 20% delle chiacchiere dei politici avesse fatto effetto, i voli sarebbe già ora a prezzi stracciati. Lo stop al caro voli era stato sbandierato ai 4 venti appena lo scorso febbraio nell’ambito di una conferenza stampa in pompa magna che annunciava da marzo l’arrivo in Sicilia della compagnia aerea Aeroitalia, ovvero il terzo vettore che doveva collegare la Sicilia con Roma, ma anche con la Lombardia e l’Emilia Romagna. A tutt’oggi i bei proclami sono rimasti lettera morta.

«Sul caro voli, che anche in questi giorni prima di Pasqua sta interessando le tratte da e per la Sicilia, ho deciso di intervenire con una nuova segnalazione all’Antitrust e scrivendo anche ai ministri Giorgetti e Salvini, così come avevo preannunciato domenica». Questo, come accennato, è quanto si è limitato a fare Schifani, che ha nuovamente scritto all’Autorità garante per la concorrenza e il mercato a proposito del caro voli, in particolare da e per Roma e Milano. «Si tratta di una grave disparità di trattamento nei confronti della Sicilia – prosegue il governatore – a causa della condotta delle compagnie aeree che, in taluni casi, eccedono nella ‘discriminazione dei prezzì durante determinati periodi dell’anno, rispetto ai costi sostenuti. In prossimità delle festività pasquali e dei ponti del 25 aprile e primo maggio appare evidente il ripetersi di quanto accaduto in occasione dello scorso Natale.

È inaccettabile – conclude Schifani – che compagnie come Ita, a totale controllo pubblico, e cosiddette low cost realizzino prezzi offensivi per il buonsenso, tanto più se aggiungiamo la scarsa trasparenza sulle tariffe perché ai prezzi, a seconda delle compagnie aeree, va sommato il costo dei bagagli a mano o da stiva, della scelta dei posti e della priorità di imbarco, tutti elementi che fanno lievitare il prezzo». Nella nuova segnalazione il presidente della Regione ribadisce la «scarsa programmazione» e la «carente attenzione da parte delle compagnie aeree alle richieste del mercato da e per l’Isola tutto l’anno e, certamente, durante i picchi relativi alle festività».

Ai ministri delle Infrastrutture Mattero Salvini e dell’Economia Giancarlo Giorgetti, Schifani ha chiesto di intervenire con compagnie aeree «affinché adottino fin da subito politiche commerciali tendenti a una drastica riduzione del costo dei biglietti e a un incremento della frequenza dei voli». Rispetto ai prezzi rilevati il 7 marzo, quelli delle simulazioni d’acquisto fatte il 31 marzo sono quasi sempre molto più alti, salvo rarissime eccezioni. In alcuni casi i prezzi salgono anche di 386 o 477 euro, rispettivamente differenza sul prezzo minimo e sul massimo di un Bologna Catania, il cui prezzo negli ultimi giorni è schizzato fino a 729,28 euro. Cifre da capogiro considerando che se il 7 aprile, invece di tornare a Catania per Pasqua si sceglie di partire da Catania per Dubai, si spende circa il 50% in meno: 550 euro andata e ritorno con volo diretto. Numerose critiche sono piovute in queste ore su Schifani da ambienti politici e non che lo accusano di immobilismo e di limitarsi solo alle chiacchiere inutili, invece dei fatti concreti a tutela dei siciliani.

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