La Corte dei Conti condanna Enzo Bianco: è incandidabile per 10 anni. “Sono molto arrabbiato”

Corriere di Ragusa Sicilia

La Corte dei Conti condanna Enzo Bianco: è incandidabile per 10 anni. “Sono molto arrabbiato”

La sezione giurisdizionale d’Appello della Corte dei conti della Sicilia, accogliendo parzialmente il ricorso della Procura generale, ha dichiarato Enzo Bianco incandidabile per i prossimi 10 anni e imposto il divieto per lo stesso periodo a ricoprire cariche in enti vigilati o partecipati di enti pubblici. La sentenza riguarda indagini erariali avviate dalla procura di Catania, condotte dalla guardia di finanza, sul dissesto finanziario del Comune di Catania. L’ex sindaco aveva annunciato la sua candidatura a primo cittadino per le prossime amministrative alla guida di una coalizione civica senza partiti.

Per Bianco, condannato a un risarcimento danni di quasi 39.000 euro, è stata disposta l’incandidabilità, per “Un periodo di dieci anni, alle cariche di sindaco, di presidente di provincia, di presidente di giunta regionale, nonché di membro dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee e dei consigli regionali, del Parlamento e del Parlamento europeo” e il divieto, per lo stesso periodo, “di ricoprire la carica di assessore comunale, provinciale o regionale né alcuna carica in enti vigilati o partecipati da enti pubblici”.

“Un misto di rabbia, di dolore e di orgoglio: ecco cosa provo dopo la sorprendente sentenza della Corte dei Conti”. Questo il commento a caldo di Bianco. “Fatico – prosegue – a trovare il modo di commentare quello che si è compiuto a Palermo: chi ha causato realmente il dissesto, certificato già nel 2012 dal predissesto, l’ha fatta franca. Chi invece ha lavorato per evitarlo, come ho fatto io e la mia giunta, viene invece punito. Insomma, è un incentivo serio per tutti gli amministratori locali a dichiarare il dissesto del proprio comune appena si trovano davanti il primo problema finanziario. Le accuse a me addebitate riguardano solo 3 voci sulle 800 (entrate e uscite) che compongono il bilancio del Comune. E tutte insieme rappresentano appena l’1,2% dell’ammontare complessivo. Ecco di cosa parliamo, è bene che si sappia. Nessuno, neanche la Corte dei Conti, ha mai affermato che il dissesto è stato causato dall’azione della mia giunta. La sentenza riguarda il contrario: aver tentato di evitarlo. Ebbene, lo rifarei mille volte.

Non dichiarerei il dissesto appena insediato, come avrei potuto realmente fare lavandomene le mani. Mille volte tenterei di evitare il fallimento finanziario della città. Mille volte rifarei gli atti e le azioni svolte per salvare Catania dal default. A prescindere da quanto tempo ci vorrà – conclude Bianco – lavorerò con tutte le forze e in ogni grado di giudizio, per cancellare questo obbrobrio giuridico”.

Bianco sta valutando le prossime mosse con i suoi avvocati Bernardo Mattarella e Danika La Loggia. Il nodo da sciogliere è se, nelle more del ricorso in Cassazione, l’ex sindaco possa candidarsi comunque al Consiglio comunale o come primo cittadino alle amministrative del 28 e 29 maggio. Il provvedimento riguarda anche i componenti della giunta in carica tra il 2013 e il 2018. Per loro è stato imposto il divieto di ricoprire, per un periodo di dieci anni, “incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni e organismi pubblici e privati”.

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