Corriere di Ragusa Cronaca

Rinvio a giudizio con il rito abbreviato per il 29enne che uccise Brunilda

VITTORIA – Rinvio a giudizio con il rito abbreviato nell’udienza fissata al prossimo 21 giugno per il 29enne di Vittoria che uccise a coltellate una donna mentre usciva di casa. E’ quanto deciso dal giudice per le udienze preliminari del tribunale di Ragusa, che ha accolto la richiesta della procura di Ragusa. L’assassino reo confesso della 37enne albanese residente a Vittoria, Brunilda Halla (nella foto in alto), uccisa con 6 coltellate davanti alla porta di casa lo scorso 25 maggio, è stato in passato definito incompatibile con il regime carcerario, per via delle sue precarie condizioni psicofisiche che lo rendono preda di deliri e allucinazioni. Questo quanto era emerso dalla relazione del consulente tecnico d’ufficio. L’uomo è rinchiuso in un braccio speciale della struttura di Barcellona Pozzo di Gotto, dove le sue patologie si sono aggravate. Non a caso sono anche cadute le accuse di premeditazione del delitto e dei motivi abietti, essendo stato il 29enne riconosciuto affetto da seminfermità mentale. A questo proposito il legale difensore avanzerà richiesta di concessione di una misura meno afflittiva.

Già in precedenza il magistrato aveva accolto la richiesta di incidente probatorio avanzata sempre dall’avvocato di fiducia del 29enne, secondo cui l’assassino sarebbe stato incapace di intendere e di volere al momento dell’omicidio della donna, attinta alle spalle dalle coltellate mentre stava chiudendo la porta di casa per uscire. La tesi dei legali difensori sarebbe stata avvalorata da una perizia di parte e da una cartella clinica. Quindi ora non è stata quindi riconosciuta la totale incapacità di intendere e di volere, ma solo quella parziale. Il reo confesso aveva detto agli inquirenti di avere agito determinato a uccidere la prima persona che avesse incontrato in strada per vendicarsi dei soprusi subiti dalla società.

Nell’ambito del procedimento giudiziario è stata accolta anche la costituzione di parte civile del marito e dei 2 figli della vittima, mentre è stata rigettata l’altra costituzione di parte civile di circa una trentina di parenti prossimi. Il corpo di Brunilda era stato portato in Albania per i funerali e la sepoltura.

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