Dopo l’omicidio della cognata il 66enne aveva tentato il suicidio

Corriere di Ragusa Cronaca

Dopo l’omicidio della cognata il 66enne aveva tentato il suicidio

GIARRATANA – “Chiama il marito di Rosalba e digli di venire subito qua, perché l’ho appena uccisa”: questa l’inquietante frase che il cognato della 52enne da egli stesso uccisa a coltellate all’alba di sabato ha riferito all’incredula sorella della vittima. L’uomo, dopo aver commesso l’omicidio, ha poi tentato di togliersi la vita, procurandosi delle ferite con lo stesso coltello utilizzato per uccidere la cognata. Prima di essere trasferito nel carcere di Ragusa, l’uomo è stato difatti portato all’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa per ricevere le necessarie cure. Emergono particolari agghiaccianti dall’omicidio di Rosalba Dell’Albani, che ha sconvolto il piccolo e sonnecchioso paesello montano di Giarratana, adagiato sull’altopiano ibleo.

Un’intera comunità è sotto shock per l’accaduto. Nessuno avrebbe mai neanche lontanamente ipotizzare che Mariano Barresi, 66 anni, pensionato da circa 24 mesi dopo un passato come guardia giurata prima e come operaio della grande distribuzione poi, si sarebbe potuto macchiare di un delitto simile, uccidendo, a quanto pare in preda ad un raptus scaturito dalla depressione, la sorella della sua stessa moglie, ovvero la cognata. L’uomo è stato arrestato dai carabinieri subito dopo il fatto di sangue, avvenuto nella casa di famiglia di via Andrea Costa, dove tutte le porte dei 3 appartamenti restavano per abitudine sempre aperte. In un primo momento l’assassino, che, come accennato, aveva anche tentato il suicidio, si era trincerato nel silenzio. Poi, alla presenza del suo avvocato di fiducia, ha ammesso le proprie responsabilità, raccontando al magistrato di turno di avere ammazzato la cognata sotto gli occhi atterriti e impotenti dell’anziana madre della vittima.

Rosalba D’Albani è stata uccisa nel sonno, con una coltellata alla gola rivelatasi fatale, avendo reciso la carotide, mentre si era assopita accanto alla mamma che accudiva da tempo, alternandosi con le altre 2 sorelle. La 52enne sarebbe difatti passata dal sonno alla morte senza accorgersi di nulla, dinanzi all’impotente madre, svegliatasi di soprassalto e che non ha potuto fare nulla per soccorrere la figlia. Il 66enne viveva al secondo e ultimo piano della palazzina, con la sorella maggiore della vittima, mentre al primo piano viveva l’altra sorella, e a pianterreno risiedeva l’anziana madre delle 3 sorelle. Rosalba viveva invece con la famiglia in una villetta. Venerdì era toccato a lei accudire la mamma, in quella che sarebbe stata la sua ultima notte al suo fianco.

All’alba difatti l’assassino ha impugnato il coltello, raggiungendo dal secondo piano la camera da letto al pianterreno, dove si trovavano la vittima e la sua anziana madre, sferrando la coltellata mortale. Poi l’uomo è risalito al primo piano, ha bussato alla sorella della vittima, riferendole di far accorrere il marito di Rosalba, brigadiere in servizio al comando provinciale dei carabinieri di Ragusa, perché lui l’aveva appena uccisa. L’arma insanguinata del delitto è stata ritrovata dalla scientifica nella stanza dell’omicidio.

Una donna tranquilla, una cattolica devota dalla vita specchiata che si divideva tra la famiglia, il lavoro e la parrocchia: questa era Rosalba Dell’Albani, madre di 3 figli, di cui uno pure lui carabiniere come il padre, in servizio in Calabria, il secondo militare di stanza a Messina, e il più piccolo studente all’istituto alberghiero. La vittima invece lavorava all’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa. Una famiglia modello, come ce ne sono tante, molto conosciuta nel piccolo paese montano di Giarratana. “Una tragedia terribile, siamo tutti sconvolti e addolorati”, ha affermato il sindaco Bartolo Giaquinta, che, assieme alla parrocchia cittadina, sta organizzando una fiaccolata per essere vicini alla famigli. Nel giorno del funerale di Rosalba Dell’Albani sarà dunque proclamato il lutto cittadino.

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