Una malattia gli stravolge la vita, lui rinasce con la passione per la bici

Corriere di Ragusa Attualità

Una malattia gli stravolge la vita, lui rinasce con la passione per la bici

E’ l’emblema del motto “Non arrendersi mai” la storia di Carmelo Gerratana, 37enne modicano, costretto a convivere con una malattia autoimmune che gli causa dolori atroci e che gli rende difficile camminare. Carmelo ha scelto di rendere pubblica la sua esperienza, fatta di tenacia e di voglia di vivere, tramite Corriere di Ragusa, affinché questa storia di vita possa fungere da sprone a chi è alle prese con problemi che sembrano insormontabili, ma che si possono invece gestire pensando positivo. Carmelo Gerratana ha ritrovato la voglia di vivere grazie alla bicicletta, diventata, come afferma egli stesso, “la sua più grande ricchezza”. In sella alla sua bici Carmelo ha già girato tanti posti, e, grazie a questa passione, ha trovato anche l’amore in Stefania, anche lei biker di Modica, diventata sua compagna di vita. “Una vita in salita – dice Carmelo – ma con un colpo di pedale alla volta, sono certo di poter andare lontano”.

Carmelo, hai condiviso la tua storia per dare un messaggio di speranza al prossimo.
Sì, ho scelto di raccontare le mie vicissitudini per lanciare un messaggio di speranza e conforto a chi come me vive costantemente con un disagio e si trova a convivere con il dolore cronico. Al mio, ho dato un nome dopo diverse sofferenze: si chiama spondilite anchilosante, una malattia degenerativa a carico del tessuto connettivo che provoca l’anchilosi, la fusione, delle vertebre principalmente, ma che può colpire tutte le articolazione compreso occhi, cuore e polmoni. Accuso problemi di salute da anni, acciacchi continui, ma non avrei mai pensato di dover associare il tutto a una malattia autoimmune che, a quanto pare, vive con me da sempre.

Come hai scoperto di dover convivere con questa malattia autoimmune?
La diagnosi di spondilite anchilosante é arrivata per puro caso quando i dolori alla schiena e al bacino, ormai da 2 anni, si erano fatti veramente atroci. Ricordo degli episodi, in particolare, di attacchi talmente forti dove ho pensato al peggio, dolori così acuti da non riuscire neanche a descriverli. Anche la stanchezza cronica è un sintomo che purtroppo non mi lascia mai: non ho mai utilizzato né stampelle né altri ausili per puro orgoglio personale ma spesso, in passato, mi chiedevo se fosse stato questo il mio futuro. Dopo svariate visite e tanti soldi spesi inutilmente in cure non appropriate, il primo verdetto è arrivato, inesorabile, con la risonanza magnetica: sacroielite bilaterale. Non finirò mai di ringraziare il mio reumatologo che ha dato un nome alle mie sofferenze e soprattutto, dopo i dovuti controlli, mi ha permesso di cominciare una cura apposita.

Qual è stato il tuo punto di svolta?
Ho cominciato a fare uso di farmaci speciali, biotecnologici, che sono in grado di rallentare la malattia ma non di curarla definitivamente. Con questa terapia posso condurre una vita più o meno normale. Ho imparato a convivere con il dolore cronico, ma non mi sono mai lasciato abbattere. Il mio punto di svolta è arrivato quando ho iniziato a fare una serie di viaggi in bici, scoprendo questa passione e percorrendo le strade di mezza Europa, Non potendo più camminare bene, la bicicletta è diventata la mia più grande ricchezza. Ho cominciato le mie avventure percorrendo il Cammino di Santiago Di Compostela per poi passare al giro della Francia, del Belgio e dell’Olanda.

E grazie alla tua nuova vita da biker è arrivato anche l’amore.
Sì, in questo stravolgimento è arrivata anche la mia compagna di vita, Stefania, una persona incredibile ed eccezionale e mi piace pensarla come un regalo di Dio. L’ho coinvolta in toto nelle mie avventure, essendo anch’ella ciclista, percorrendo insieme, in sella, il giro di Lombardia, Piemonte e Svizzera. Abbiamo poi scalato l’Etna, fino al Rifugio Sapienza e percorso il Trentino questa estate. Ancora non sono totalmente in grado di camminare bene perché avverto spesso parecchio fastidio ma credo di essere sulla giusta strada. Sono fiducioso. La vita é così bella che l’unica cosa che possiamo fare è viverla al massimo. Spero che questa storia sia d’esempio a chi, come me, é costretto a vivere perennemente con un disagio che sembrava, dapprima, insormontabile. La mia vita sarà sempre in salita, ne sono consapevole, ma con un colpo di pedale alla volta, sono certo di voler andare lontano”.

La bella storia di Carmelo e Stefania insegna dunque che la vita è una e una soltanto, e che vale la pena di viverla ogni giorno fino in fondo, nel bene e nel male, senza arrendersi mai, perché lo sconforto non porta a nulla di buono, mentre dalla speranza arrivano il riscatto e la rinascita.

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