Denuncia Codacons: “La Regione Siciliana rinuncia a 9 miliardi di credito”

Corriere di Ragusa Sicilia

Denuncia Codacons: “La Regione Siciliana rinuncia a 9 miliardi di credito”

Ha del clamoroso la denuncia del Codacons secondo cui la Regione Siciliana avrebbe rinunciato a crediti verso lo Stato per complessivi 9 miliardi in cambio di 200 milioni iscritti in legge di bilancio. E’ quanto si evince dal testo dell’accordo Stato Regione che il Codacons ha ottenuto a seguito di accesso agli atti concesso dal ministro Giorgetti, ma negato dal presidente della Regione Schifani. “Tutto ciò – si legge nella nota del Codacons – conferma le intenzioni di un governo regionale rinunciatario e rivela l’ennesimo enorme sacrificio che i siciliani sono costretti a subire in un sistema afflitto dalla povertà sanitaria e dall’inadeguatezza dei servizi”.

“La Regione – prosegue il comunicato del Codacons – dovrà quindi rinunciare ai crediti maturati a titolo di accise verso lo Stato tra il 2007 ed il 2021 da destinare alla spesa sanitaria, quantificati dalle opposizioni in circa 9 miliardi di euro. Una cifra indubbiamente utile ad elevare il livello delle prestazioni e dei servizi sanitari, alla quale, però, il governo regionale ha incredibilmente rinunciato. Ed a questo proposito – prosegue la nota – è assolutamente infondata la smentita pervenuta dal governo regionale secondo cui l’ammontare dei crediti cui la Regione ha rinunciato sarebbe «impossibile da quantificare». Un’affermazione, questa, del tutto errata con la quale si continua a negare la corretta informazione, rispetto alla domanda di trasparenza sulle conseguenze che l’accordo Stato Regione comporta a carico delle famiglie siciliane”.

A motivo di ciò, il Codacons Sicilia ha acquisito il parere del prof. Massimo Costa, ordinario di ragioneria ed economia aziendale dell’Università degli Studi di Palermo, il quale, nel sottolineare l’esistenza di un danno che in ogni caso deriverebbe dall’attuazione di questo accordo, reputa che tale danno sarebbe certamente quantificabile, se pur a posteriori – conclude la nota – per via della mancata retrocessione delle accise dovute alla Regione Siciliana”.

Condividi questo