“La mediazione civile e commerciale”: convegno a Ragusa

Corriere di Ragusa Attualità

“La mediazione civile e commerciale”: convegno a Ragusa

RAGUSA – Si è tenuto la scorsa settimana a Ragusa il workshop accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Ragusa “La mediazione civile e commerciale: giustizia consensuale e coesione sociale” organizzato dalla Camera di Conciliazione Map Srl Società Unipersonale, Organismo di Mediazione civile e commerciale iscritto nel Rom n. 1050 tenuto presso il Ministero della Giustizia, patrocinato tra gli altri dal Comune di Ragusa, dalla Scuola forense Vittorio Emanuele Orlando di Roma e dalla rivista giuridica “Giustizia”.

Presenti all’evento formativo, con il profondo convincimento di diffondere la cultura del dialogo, quale strumento di risoluzione delle conflittualità, eminenti personalità del mondo accademico ed esperti della materia, quali l’Avvocato Riccardo Bolognesi, (Direttore della Scuola forense Vittorio Emanuele Orlando di Roma e Direttore Responsabile della rivista giuridica “Giustizia”, la Professoressa Giorgetta Basilico, il Professore Marco Gradi, (professori di diritto processuale civile dell’Università di Messina), la professoressa Concetta Marino, (professore di diritto processuale civile dell’Università di Catania), l’Avvocato Damiano Micali, (Ricercatore dell’Università di Messina), e la Dott.ssa Maria Aloris Pilato, (Socio unico della Camera di Conciliazione Map e mediatore civile e commerciale). Gli intervenuti, con le loro competenze teorico-pratiche hanno dato vita ad un confronto incentivante una concezione dinamica della giustizia che non si riduce alla mera applicazione delle norme, ma che ripristina la centralità dell’individuo. Presenti in videoconferenza ad assistere all’evento formativo anche gli iscritti alla Scuola forense Vittorio Emanuele Orlando di Roma.

Il seminario in questione nasce dalla profonda convinzione che la mediazione, istituto giuridico nato nel 2010, costituisca un efficace strumento di risoluzione delle conflittualità avente le medesime garanzie di una procedura giudiziaria. Trattasi di un nuovo approccio alla diffusa conflittualità improntato sull’ascolto attivo e contrastante con l’idea di vedersi vittime inerti di decisioni di risoluzione degli episodi oppositivi che confliggano anche solo potenzialmente con i propri reali bisogni e interessi. Il processo genetico della mediazione trova avvio da un percorso di consapevolezza del potere che le parole hanno di creare la realtà circostante ed è rivolto alla riorganizzazione delle relazioni interpersonali.

Il mediatore, terzo e in possesso di uno specialismo professionale distintivo nel panorama degli amministratori della Giustizia, nella garanzia della riservatezza delle informazioni acquisite durante il procedimento, si adopera, affinchè, le parti elaborino un nuovo ordine da conferire alla relazione conflittuale e fornisce a queste, un supporto per riattivare le naturali capacità di resilienza. La competenza empatica del mediatore, nonché la capacità di entrare in relazione e creare una dimensione di sicurezza emozionale, gioca, infatti, un ruolo fondamentale, ai fini del raggiungimento dell’accordo. Avvicinarsi empaticamente alla storia delle parti costituisce un’opportunità di sintonizzarsi emotivamente a queste senza alcuna interferenza giudicante o interpretativa.

Il mediatore attraverso la propria presenza partecipativa vigila sul percorso incerto intrapreso dalle parti con la consapevolezza che l’intensificarsi delle tensioni dialettiche che danno vitalità allo sviluppo e alla trasformazione della relazione conflittuale necessitino di essere gestite e che il conflitto sia un aspetto naturale ed inevitabile delle relazioni umane scaturente da bisogni, percezioni e comunicazioni divergenti tra persone che condividono una relazione interpersonale. Finalità di rilievo dell’istituto della mediazione civile e commerciale è la promozione della coesione sociale e lo sviluppo di competenze anticipatorie dei contrasti che consentano di incrementare la salute della Comunità, la quale ha urgenza di arginare la tensione conflittuale sussistente. Alla luce delle considerazioni effettuate, la via giudiziaria non risulta essere dunque l’unico strumento valido per dirimere i contrasti tra le parti ed opportuno appare ampliare la cultura del confronto e della mediazione, il cui accordo scaturente offre le medesime garanzia di una sentenza.

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