In vigore da fine febbraio la nuova legge sulle separazioni giudiziali

Corriere di Ragusa Nazionale

In vigore da fine febbraio la nuova legge sulle separazioni giudiziali

Dalla fine di febbraio, con almeno 120 giorni di anticipo rispetto ai tempi previsti, entrerà in vigore la riforma Cartabia sul diritto di famiglia. Separazioni, divorzi, affidi, figli contesi. L’inizio di quel cambiamento che porterà, entro il 2024, alla soppressione dei tribunali per i minori e alla nascita del “Tribunale della Famiglia”, superando la frammentazione attuale tra tribunale ordinario, tribunale per i minorenni e giudice tutelare che allunga, a volte sine die, le cause di separazione (giudiziali, perché le consensuali sono già oggi veloci) l’affido dei minori e il destino di questi ultimi. Con il rischio, ricorda Gassani, che “nei tempi lunghi di queste cause si verifichino episodi di violenza, abusi, in particolare contro le donne e i bambini”.

Ma che cosa cambierà a partire dalla fine di febbraio? Sicuramente si accorceranno i tempi dell’iter. Passare, ad esempio, dai 3 anni che ci vogliono oggi in media per una causa di separazione non consensuale, ad 8 mesi, un anno, come avviene in Francia. Tecnicamente, con la riforma Cartabia non si partirà più dall’udienza di separazione per avviare l’iter, ma tutto avverrà prima, negli studi degli avvocati. In pratica nel ricorso che i legali dovranno presentare al giudice, prima dell’udienza, dovranno essere già contenuti tutti gli elementi per chiedere la separazione, comprese prove, testimonianze, relazioni sui minori.

Soltanto quando il giudice avrà ricevuto i ricorsi di entrambe le parti, che saranno delle istruttorie vere e proprie, entro tre mesi dovrà convocare l’udienza per la separazione. La grande novità è che in questi 3 mesi il giudice, letti i ricorsi, potrà già emettere dei provvedimenti cautelari, ad esempio nei confronti di minori che si trovassero in situazioni di rischio, o laddove ci sia il pericolo della violenza. Provvedimenti che dovrà poi confermare o revocare entro 15 giorni.vIn pratica, mentre oggi l’iter parte dopo la prima udienza, con questa riforma tutto avviene “prima”, nel lavoro degli avvocati. La riforma Cartabia prevede che la domanda di divorzio possa essere inserita nella causa di separazione, in questo modo riducendo il tutto a un’unica causa, anziché due. I minori poi, ed è una novità virtuosa, dovranno sempre essere ascoltati, naturalmente in situazioni protette.

Questo però sulla carta. Perché in realtà questa accelerazione dell’entrata in vigore del nuovo diritto di famiglia alla fine di febbraio, decisa dal governo in sede di legge di Bilancio per rispettare le scadenze del Pnrr, rischia di far fallire la novità della riforma. Nel nostro paese mancano 3.000 magistrati, ne abbiano 9.000 e ne servirebbero 12.000, sono pochissimi i giudici specializzati sui temi della famiglia, dei minori, della violenza. Il rischio è dunque che questa bella riforma si inceppi subito, che vengano emessi provvedimenti sbagliati da personale non qualificato nella materia, per cui spesso si dovrà andare in appello. Vanificando così l’accelerazione.

repubblica.it

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