Corriere di Ragusa Sicilia

Schifani e Lagalla sono d’accordo sulla privatizzazione degli aeroporti in Sicilia

Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e il sindaco di Palermo Roberto Lagalla propongono la privatizzazione degli aeroporti siciliani. “Il mondo delle gestioni aeroportuali in Italia – dicono – ha subito una profonda trasformazione negli ultimi anni. Anche per la Sicilia è giunto il momento di cambiare”.

“Come è avvenuto in tutto il Paese – prosegue Schifani – con le privatizzazioni si sono ottenuti risultati concreti ed evidenti che sono sotto gli occhi di tutti: non contano soltanto gli utili, ma anche efficienza e servizi per i cittadini. Il nostro obiettivo adesso è quello di lavorare concretamente per adeguare le nostre strutture al mercato e crescere sempre di più, senza impantanarci nella sterile difesa di posizioni acquisite”.

Il presidente della Regione era di recente intervenuto anche sullo “Scandalo del caro voli che da tempo colpisce i siciliani”, precisando che sulla vicenda “Si deve trovare una risposta, immediata ed efficace e per tale ragione denuncerò tutto all’Antitrust, coinvolgendo i migliori avvocati esperti del settore. Ma serve anche – aveva concluso Schifani – più attenzione da parte del governo”.

Ma intanto volare per far rientro in Sicilia costa caro, carissimo. Si paga da un minimo di 500 euro fino ad oltre mille euro per rientrare in Sicilia da città come Milano, Roma, Bologna e non solo. Alla luce di questo inaccettabile salasso, sono molte le persone che hanno rinunciato a ricongiungersi con i loro cari per le festività natalizie. Il fenomeno del caro voli si manifesta puntualmente in occasione del Natale e investe direttamente i siciliani fuori sede. Prezzi stratosferici per una famiglia media di 4 persone o per uno studente fuori sede. Finora, a parte iniziative annunciate solo sulla carta, come ad esempio la cosiddetta “continuità territoriale”, non si è registrato nessun beneficio concreto per i passeggeri, a parte il portafogli molto più “leggero”. Si auspica ora che la denuncia di Schifani all’antitrust porti a qualcosa, ma non certo per quest’anno.

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