Corriere di Ragusa Attualità

Polemica sulla statua dei Picialuòri crollata: nel 2023 al via i lavori, seppure tardivi

La vicenda della statua dei Picialuòri crollata a causa delle intemperie è la classica rappresentazione nella realtà del vecchio adagio del “Chiudere il recinto dopo che i buoi sono scappati”. Dopo anni di appelli e richieste di interventi per evitare quello che alla fine è accaduto, ovvero il distacco della statua di terracotta dal suo basamento, il sindaco di Ragusa Cassì annuncia finalmente la concretizzazione dell’intervento di restauro, a dir poco tardivo. Un sopralluogo in tal senso è stato effettuato dopo il crollo del monumento, che è allogato al cimitero di Ragusa. “Ad oggi – dice il primo cittadino – la procedura burocratica per il restauro, imprescindibile per l’avvio dell’intervento vero e proprio, è prossima all’affidamento dei lavori, che inizieranno il prossimo anno. Una procedura che fa seguito a quella, già completata dal comune – conclude Cassì – per acquisire l’area su cui insiste la scultura”.

La denuncia del danneggiamento era arrivata dal consigliere comunale di Ragusa Prossima Gianni Iurato. “A provocare tutto ciò – dice Iurato – non è stata la furia della natura, bensì l’incuria e l’indifferenza degli uomini, la sordità e i tempi biblici delle istituzioni pubbliche statali, regionali e comunali, e, perché no, probabilmente anche l’indifferenza della realtà industriale e artigianale locale. E siccome adesso tutti faranno a gara ad affermare che “non è competenza loro”, mi sento di affermare che la colpa di tutto ciò è senz’altro mia e dell’amico giornalista Saro Distefano che, dal 1994 a oggi, nonostante gli accorati e costanti appelli alle istituzioni e ai vari sindaci di questa città, non siamo riusciti a salvare questa meravigliosa opera d’arte, questo simbolo di ragusanità che ancora per secoli e secoli poteva raccontare ai posteri parte delle radici della nostra comunità. Sì, la colpa è solo nostra – conclude Iurato – perchè non siamo riusciti ad indebitarci per 30-40 mila euro (il costo di una sagra di paese) per salvare questo “Guerriero delle miniere” che dall’alto della collina del cimitero di Ragusa centro assiste al degrado della sua città, della sua comunità”.

Era l’8 febbraio 1902 quando Luigi Bisani, presidente della società di mutuo soccorso United Limmer, legata alla società inglese United Limmer & Co., concessionaria per l’estrazione dalle miniere d’asfalto di Ragusa della pietra pece, presentò al Comune di Ragusa la richiesta di un suolo di circa 130 mq dove poter costruire una tomba perpetua per i “picialuori”, vale a dire i lavoratori che operavano in miniera. Il 10 marzo del 1902 il Comune di Ragusa delibera l’assegnazione del terreno alla società in questione, vicino alla tomba della famiglia Zacco nella zona denominata “Collinetta”. Dopo qualche anno, e più precisamente in era fascista, la tomba fu realizzata prevedendo 40 sepolture, più un ampio ossario con 2 accessi.

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