Il falso “caso” del lavoro straordinario al comune di Modica: tutto fatto alla luce del sole

Corriere di Ragusa Attualità

Il falso “caso” del lavoro straordinario al comune di Modica: tutto fatto alla luce del sole

Una media di 43 ore di lavoro straordinario al mese per complessive 500 ore circa in un anno, svolte da 12 figure professionali, tra cui 10 tecnici, nella fattispecie geometri, 2 posizioni organizzative (ex dirigenti) e un amministrativo per espletare le complesse pratiche burocratiche di ricognizione e calcolo dei danni causati dal maltempo esattamente un anno fa sul territorio di Modica. Sono questi i dati reali del “caso”, nei fatti inesistente, che ha in queste ore “travolto” 2 dipendenti comunali. Tutto questo perché, secondo l’errata e superficiale interpretazione di una delibera, sarebbero stati attribuiti solo a loro 2 le suddette ore di lavoro straordinario. Nei fatti, invece (ma sarebbe bastato informarsi), il documento in questione divulgato via social e non solo, altro non è che una integrazione alla originaria delibera di giunta da cui erano stati tagliati fuori, per mera dimenticanza, i nomi dei 2 dipendenti comunali “bollati” come eccessivamente “stacanovisti”. Quindi, ricapitolando, le circa 500 ore di lavoro straordinario svolte in un anno alla media di poco più di 40 ore al mese, non sono ascrivibili a 2 soli dipendenti, bensì a 12.

Alcuni dei diretti interessati, da noi contattati telefonicamente, si sono detti straniti da cotanto clamore, peraltro basato sul nulla e che mortifica per certi versi la gran mole di lavoro svolta da chi si è fatto in 4 per aiutare i modicani in difficoltà. A causa della furia della natura, in tanti ci hanno rimesso case e aziende. E quel che è peggio, c’è anche chi ci ha rimesso addirittura la vita. I 2 dipendenti comunali “accusati” di “overdose” di lavoro straordinario, non hanno fatto altro, assieme agli altri 10 colleghi, che cercare di bruciare i tempi per accogliere tutte le richieste, svolgere tutto il lungo e complesso lavoro burocratico amministrativo e girare la corposa docuemntazione alla Regione per i successivi rimborsi, pena la perdita dei fondi appositamente stanziati. Dunque oltre 500 ore di lavoro straordinario in un anno tutte produttive e soprattutto a fin di bene, per accogliere nel minor tempo possibile le legittime richieste di quanti erano rimasti senza un tetto sulla testa, senza l’azienda creata nel corso di tutta una vita, con sangue e sudore, senza una speranza. Tutto fatto alla luce del sole, con tanto di determina di giunta e con molta forza di volontà. Forse allora, lo “scandalo” sta da tutt’altra parte.

Nella foto in alto palazzo San Domenico, sede del comune di Modica

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