I Ris tornano in casa del cuoco Lucifora, ucciso nella sua camera da letto

Corriere di Ragusa Cronaca

I Ris tornano in casa del cuoco Lucifora, ucciso nella sua camera da letto

Il maggiore Cesare Rapone dei Ris di Roma il 13 dicembre tornerà nell’abitazione di Peppe Lucifora, il 57enne cuoco modicano ucciso in camera da letto, per ripetere gli esami già effettuati e per tentare di raccogliere nuove prove o tracce biologiche. Riconfermati i 2 consulenti citati dalla difesa in primo grado: sono il medico legale Maurizio Saliva e il biologo ed ex comandante del Ris di Parma, generale in congedo, Luciano Garofano. Tutto questo perchè il processo sull’omicidio è ripartito daccapo. La corte di Assise di appello di Catania aveva difatti riaperto il procedimento che aveva sempre avuto come unico indagato Davide Corallo, all’epoca dei fatti carabiniere, il quale era stato assolto a marzo 2022 con formula piena dopo avere trascorso 2 anni in carcere. Corallo si è sempre proclamato innocente. Alla sentenza assolutoria si erano appellate sia la procura di Ragusa, sia la parte civile, ovvero i familiari di Lucifora. L’omicidio fu commesso il 10 novembre 2019 nella casa di Lucifora, in Largo XI Febbraio, al quartiere Dente a Modica. Il corpo seminudo di Lucifora venne rinvenuto all’interno di una stanza chiusa a chiave.

Si pensò ad un delitto passionale che ipotizzava una relazione tra i 2 uomini. La Corte aveva emesso l’ordinanza nel corso dell’udienza, rigettando l’eccezione della difesa dell’imputato sulla inammissibilità dell’appello delle parti civili. L’ordinanza dispone che siano risentiti tutti i periti e consulenti ascoltati in primo grado, oltre al medico legale che effettuò l’autopsia e 12 testi non sentiti in primo grado. Contestualmente è stato nominato un nuovo perito d’ufficio, il maggiore Cesare Rapone dei Ris di Roma, che, come accennato, si recherà di nuovo sul luogo del delitto per cercare nuove tracce biologiche. Particolarmente discussa fu una traccia di dna misto dei 2 uomini, evidenziata ed analizzata dal Ris di Messina, e rinvenuta nello scarico di un lavandino: una prova che secondo la Procura avrebbe collocato Corallo in quella casa in orari compatibili con la morte di Lucifora, che fu strangolato a mani nude.

Condividi questo