Esiti dell’indagine interna Asp sulla 78enne in attesa a Modica per 56 ore al pronto soccorso

Corriere di Ragusa Attualità

Esiti dell’indagine interna Asp sulla 78enne in attesa a Modica per 56 ore al pronto soccorso

Aveva suscitato indignazione sui social e non solo la notizia dell’anziana 78enne degente che aveva dovuto trascorrere circa 60 ore (56, per la precisione) al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Modica, pari a circa 2 giorni e mezzo di attesa, prima che le venisse assegnato un posto letto. La donna aveva ovviamente ricevuto assistenza dopo aver fatto accesso al pronto soccorso nella prima mattinata di giovedì 17 novembre, ma solo nel pomeriggio di sabato 19 la situazione si era sbloccata, ovvero quando si era liberato un posto letto. A distanza di circa una settimana dal fatto, è la stessa Asp di Ragusa a comunicare gli esiti dell’indagine interna, tramite il commissario straordinario Gaetano Sirna e il direttore sanitario Raffaele Elia. Entrambi avevano avviato e condotto l’indagine interna a seguito di una richiesta di chiarimento pervenuta dall’assessorato regionale alla Salute. Questi gli esiti riscontrati in ordine a quanto appurato: la paziente, residente a Ragusa, era giunta al triage dell’ospedale di Modica la mattina di giovedì 17 novembre, alle ore 8.18, riferendo di accusare sindrome vertiginosa dal sabato precedente, trattata per 5 giorni con terapia domiciliare su prescrizione di uno specialista. Rilevati parametri vitali nella norma, e dopo un consulto con le figlie, la paziente era stata indirizzata dall’infermiere di Triage al reparto di Otorinolaringoiatria per una consulenza. Lo specialista otorino, dopo averla visitata, aveva consigliato alla donna un approfondimento con visita ambulatoriale neurologica. Prima che venisse eseguita la suddetta visita, il Dirigente medico in servizio al Pronto soccorso aveva fatto correttamente eseguire un esame Tac dell’encefalo che aveva messo in evidenza una “grave vasculopatia cerebrale cronica possibile causa di vertigini di origine centrale” e nulla di acuto in atto. La successiva valutazione neurologica aveva evidenziato vertigini soggettive con suggerimento di terapia infusionale ed ulteriori accertamenti diagnostici, che però non risultavano di pertinenza o eseguibili al Pronto soccorso se non per patologie tempo dipendenti o traumatiche midollari. Eseguiti gli esami ematochimici e il tampone molecolare, si era quindi deciso, unitamente alla paziente e alle figlie, di proseguire l’iter in regime di ricovero ospedaliero, nonostante si trattasse di “codice verde”. Le stesse figlie sono state rese edotte dell’assenza di posti letto al momento in ospedale, accettando di attendere in pronto soccorso che se ne liberasse uno. Inoltre, il Dirigente medico del turno successivo, in considerazione che la paziente era di Ragusa e si era presentata al Pronto soccorso di Modica esclusivamente in quanto indirizzata dallo specialista otorino del Presidio, aveva richiesto un posto letto anche all’ospedale “Giovanni Paolo II” di Ragusa, con esito negativo per indisponibilità di posti. Pertanto la paziente è rimasta in Pronto soccorso, su letto barella con materasso antidecubito (e non su una semplice barella), in attesa che si liberasse il posto letto in geriatria dove era stata infine ricoverata sabato 19 novembre alle ore 16.32. Questi dunque gli esiti dell’indagine interna comunicati dall’Asp su quanto accaduto e deciso dall’accesso della 78enne al pronto soccorso di Modica il giovedì 17 fino all’effettivo ricovero in geriatria il sabato 19.

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