L’odissea di marito e moglie che dovevano prendere l’aereo da Catania alla volta di Napoli per una visita medica. Sono rimasti a terra

Corriere di Ragusa Sicilia

L’odissea di marito e moglie che dovevano prendere l’aereo da Catania alla volta di Napoli per una visita medica. Sono rimasti a terra

CATANIA – Una lettera firmata è pervenuta alla nostra redazione da parte di 2 coniugi che hanno deciso di rendere nota la loro odissea in aeroporto a Catania, a causa dell’emergenza Etna che ha fatto perdere loro una importante visita medica a Napoli. “Giorno 23 luglio 2024 alle 8.24 – si legge nella missiva – la compagnia aerea doveva accompagnarci a Napoli (da premettere che per noi non era un viaggio di vacanza, ma per motivi di salute, in quanto avevamo una visita in ospedale giorno 24 luglio alle ore 9.) L’aereo era già con un’ora di ritardo, quindi, anziché partire alle 8.23, abbiamo fatto l’imbarco alle 8.40 circa. Ci sistemiamo, pensiamo che l’aereo stesse per partire, ma il comandante ci comunica che non possiamo più partire per l’eruzione dell’Etna, quindi siamo scesi e in pochi minuti ci hanno riprogrammato un aereo per le 20, e qui tutto ok. Dopo circa 50 minuti arriva un sms in cui la compagnia ci informa che l’aereo è stato dirottato per Trapani, e quindi stavano provvedendo con degli autobus per accompagnarci.

Dopo circa 2 ore partiamo per Trapani (120 persone) e dopo 4 lunghissime ore arriviamo in aeroporto e ci dicono che l’aereo era già partito con pochissime persone. Si sono giustificati dicendo che non erano stati avvisati del nostro arrivo (non so la verità su tutto ciò). In ogni caso non sapevano cosa fare di noi. Dopo aver contattato la compagnia aerea, ci hanno dato 2 opzioni: la prima un aereo per Napoli senza orario certo, e l’altra andare a Roma, alloggiare lì e poi raggiungere Napoli con un treno. Tutto ciò non è stato per noi possibile perché la visita medica sarebbe comunque saltata. Siamo dunque ritornati a Catania con un altro autobus – conclude la missiva – per fare ritorno a casa dopo 18 ore perdendo tutto, soldi e soprattutto la visita medica importantissima”.

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