Scandalo sanità iblea in diretta tv: la versione dei fatti secondo l’Asp

Corriere di Ragusa Attualità

Scandalo sanità iblea in diretta tv: la versione dei fatti secondo l’Asp

RAGUSA – L’Asp di Ragusa fornisce la sua versione dei fatti in riferimento ai disservizi denunciati nel corso della trasmissione “Fuori dal coro” andata in onda mercoledì sera su Rete 4. L’azienda ospedaliera precisa in una nota che “Il mancato funzionamento della Tac all’ospedale Maggiore di Modica è stato limitato solamente ai giorni dal 28 maggio al pomeriggio del 3 giugno e che, in ogni caso, tutti gli esami programmati sono stati eseguiti in altri ospedali della provincia, precisamente Scicli e Ragusa. Dal 3 giugno sono operative entrambe le Tac di nuova generazione acquistate dall’Azienda sanitaria con fondi del Pnrr ed entrate in funzione con largo anticipo rispetto alla data del 30 settembre, termine indicato a livello nazionale per l’attivazione delle grandi apparecchiature Pnrr. Comunque, l’Asp si scusa per il disagio causato agli utenti che hanno dovuto affrontare uno spostamento non previsto.

Per quanto riguarda le terapie da effettuare con l’acceleratore lineare non c’è stato alcun disservizio perché i due macchinari dell’ospedale “Maria Paternò Arezzo” di Ragusa sono stati regolarmente in funzione. È già programmata la sostituzione di questi due acceleratori lineari con due nuovi strumenti, ma la procedura sarà eseguita in maniera alternata in modo da non fermare le terapie somministrate ai pazienti. Se in questa fase di transizione si dovesse presentare un problema – conclude la nota dell’Asp – la continuità assistenziale sarà sempre garantita grazie a un accordo con l’Asp di Siracusa.

In ogni caso, il servizio “pesante” sul più grande scandalo della sanità iblea andato in onda mercoledì sera nella trasmissione “Fuori dal coro” di Mario Giordano è di quelli che fa veramente male, che colpisce come un sonoro pugno allo stomaco per la sua crudezza nel mettere a nudo gli innegabili ed atavici problemi che da troppi anni attanagliano questo delicato settore, a spese di persone malate, che, talvolta, ci lasciano pure la pelle. “Che figura di m…” avrebbe chiosato il buon Emilio Fede. Ed in effetti le ricadute in termini di immagine non sono di certo lusinghiere, anzi.

Tra Tac nuove entrate in funzione dopo mesi, Pet di ultima generazione inutilizzate perché i locali ospedalieri non sono adeguati a fronte di spese di milioni di euro e liste d’attesa lunghissime, c’è di che mettersi le mani nei capelli, e magari strapparseli a ciocche. Tralasciando l’ovvietà delle prese di posizione più o meno indignate che sono spuntate sui social come funghi da parte di politici e non solo (e chi avrebbe dovuto invece doverosamente parlare, invece non lo ha fatto), l’unico commento che spicca per lucidità e coerenza su Facebook è quello del già sindaco di Modica Piero Torchi, il quale, forte di una lunga e articolata esperienza di ex politico ed amministratore di lungo corso, ha analizzato quanto messo in risalto nel servizio televisivo senza scadere nella retorica.

“Innanzitutto il danno di immagine è importante – scrive Torchi – e non riguarda solo l’offerta sanitaria, ma anche quella territoriale e turistica, perché dà l’idea di ospedali inefficienti e inadeguati in territori, al contrario, di grande appeal. Subito dopo le responsabilità: direttori sanitari e di presidio che fanno spallucce, non sanno articolare una spiegazione plausibile e quasi godono della situazione, ascrivendosi un potere salvifico amplificato dalla loro assenza, vanno cacciati, subito, senza se e senza ma; questo accadrebbe in qualsiasi azienda privata.

Dopodiché Corte dei Conti e magistratura indaghino su acquisti, inutilizzi e connivenze con il sistema privato, mente Ministero e Assessorato mandino gli ispettori. Il compito della politica è quello di recuperare le risorse per acquistare i macchinari, risolvere i problemi di funzionalità e infrastrutturali, non certo quello di guidare le aziende. Perché delle due l’una: o ci lamentiamo richiedendo maggiore autonomia della sanità dalla politica, oppure ci lamentiamo se la politica non interviene.

Qui, oltre e prima della politica – prosegue il già sindaco di Modica – vanno licenziati dal Direttore Generale (non dalla politica) incapaci e conniventi; solo dopo l’Assessore Regionale alla Sanità dovrà pretendere conto e ragione dell’operato del Direttore Generale e, se non adeguato, rimuoverlo. Gettare il sasso a caso contro questo o quel politico, serve a placare la rabbia e la voglia di sommarie esecuzioni populiste; usare la ragione e chiedere atti concreti, seri e veri, con i giusti passaggi, a quanti hanno il dovere di intervenire è un passo avanti verso la soluzione del problema.

Per il resto la politica che risolve problemi, porta risorse al territorio, si fa carico di migliorare la qualità infrastrutturale ha il mio apprezzamento. Molto meno – conclude Torchi – la politica che sa solo puntare il dito, ma non mette mai un dito nell’acqua calda per risolvere problemi concreti”. Cambierà qualcosa o tutto proseguirà come prima? Ah, saperlo…

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