Corriere di Ragusa Cultura Biblica

LA BIBBIA TRASMETTE ‘VALORI UNIVERSALI’

La Bibbia è portatrice di un messaggio universale che oltrepassa concezioni scientifiche e modelli culturali veicolati dalla storia antica e moderna, il cui significato può essere percepito solo dopo aver individuato il filo conduttore religioso’ che lega in maniera stupefacente la prima e l’ultima pagina della narrazione biblica. Senza lasciarsi fuorviare da visioni di dettaglio, va individuato quelfilo conduttore spirituale e teologico’ che, nell’ottica di una logica superiore, unisce pagine tanto diverse e lontane fra loro in un disegno armonico e unitario che va svelato, cioè il “Piano di Dio” per l’uomo. Per i credenti della religione cristiana e per quelli della religione ebraica, la Bibbia contiene la “Sacra Scrittura”, ciò perché ritenuta un libro d’ispirazione divina. Si ritiene che Dio in circostanze diverse si sia servito di uomini diversi, profeti e scrittori sacri (detti agiografi), quali strumenti e mediatori per trasmettere la sua Parola, in modo che lui stesso ne risultasse la fonte autorevole. La <Parola> che esprime la Rivelazione Divina, è ritenuta dotata di una forza capace di agire e operare con irresistibile efficacia nell’uomo e nella storia di ogni tempo ed epoca. Secondo gli studiosi, la Bibbia va letta nell’ottica della “Storia del Progetto di Salvezza” offerta da Dio agli uomini a più riprese, e con una insistenza così pressante che non disarma neanche davanti ai più clamorosi fallimenti. Si capisce allora che la lettura della Bibbia non può ridursi ad una semplice operazione culturale, dove il lettore vi debba trovare ad ogni costo fatti coerenti e notizie storiche controllate, ma deve svolgersi soprattutto all’interno della fede degli autori, al fine di estrapolarne dai contenuti narrativi quei valori spirituali orientati a rispondere non tanto ‘al come e quando è successo’, ma al ‘perché’ e al ‘senso’ religioso della vita: “chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo!”

Attraverso i Vangeli Gesù c’invia un vero e proprio “manuale d’istruzione”, contenente principi morali di carattere universale e norme di condotta in grado di indicare all’uomo il cammino da percorrere per realizzare pienamente le proprie esigenze vitali, di fronte all’enigma dell’esistenza e ai problemi legati alla fragilità della natura umana. Il libro dei Vangeli sul piano religioso rappresenta un testo unico e singolare, fonte di verità e guida spirituale per l’uomo, pieno di elevati valori spirituali e di sapienza di vita, ma soprattutto ricco della visione e conoscenza di Dio. Gesù per mezzo degli evangelisti ha inviato un modello universale di testimonianza nel quale si possono attingere le risposte alle tante domande esistenziali che assillano l’umanità tutta intera.

L’Universalità della Parola di Dio, viva e creatrice, è confermata dall’evangelista Giovanni il quale, in una riflessione retorica, a conclusione del suo Vangelo, dice: «Gesù fece molte opere che non sono mai state scritte, se si scrivessero tutte riempirebbero tanti libri che neanche il mondo intero potrebbe contenerli» (GV 21,25). Molto probabilmente vuole comunicarci che non si finirà mai di indagare e scrivere di Gesù e del suo messaggio unico, universale e intramontabile. Il suo insegnamento, infatti, supera ogni barriera di spazio e di tempo, e potrà sempre essere apprezzato e valorizzato dall’uomo d’ogni epoca all’interno della sua storia e della sua cultura, a testimonianza di un “Pensiero Universale” che ogni generazione può e deve rileggere in chiave d’attualità.

La testimonianza degli evangelisti c’invita a riconoscere in Cristo il vero re della storia e del mondo. Gesù Cristo è colui che ci può aiutare a leggere la storia dell’uomo alla luce della fede; è colui che ci ha fatto conoscere “l’unicità e l’universalità della Parola di Dio” in grado di guidare l’umanità al raggiungimento della vera pace, quella pace di cui tanto parla oggi tutto il mondo. Ma la Bibbia sapientemente afferma che la ‘vera pace’nel mondo  si potrà realizzare pienamente soltanto quando l’uomo considererà il suo simile come persona a cui voler bene e non come persona su cui prevalere.

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