BIBBIA E SCIENZA: La scoperta di indizi e analogie sul DNA

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BIBBIA E SCIENZA: La scoperta di indizi e analogie sul DNA

LA BIBBIA NON FINIRA’ MAI DI STUPIRCI

CHE LA BIBBIA POTESSE CONTENERE
PAROLE –  SEGNI  –  RIFERIMENTI

RICONDUCIBILI PER ANALOGIA A FENOMENI SCIENTIFICI 
ACQUISITI DALLA SCIENZA
SOLO DI RECENTE
HA DEL SORPRENDENTE E DELL’IMPENSABILE

ANTEPRIMA

L’ esperienza che mi accingo a raccontare nasce da una frase, apparentemente enigmatica, letta diversi anni fa su uno dei libri sapienziali della Bibbia, il Siracide che, nel trattare nel Cap.42 della Sapienza di Dio nelle opere della natura, scrive testualmente “tutte le cose sono a coppia, a due a due, una di fronte all’altra” (versetto 24). Parole di difficile interpretazione, nessuna nota esplicativa o di commento che mi potesse aiutare a interpretare il testo.  A prima vista sembrerebbe che l’autore ci avesse inviato un rebus o un indovinello da risolvere!                                                               *  * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *                 Molte sono le persone che, al di là di ogni personale convinzione religiosa o ideologica, vedono nella Bibbia una immensa eredità spirituale, portatrice di valori morali e di orientamenti per la vita e il benessere dell’uomo che, nonostante siano stati formulati più di 2000 anni fa, ancora oggi risultano incredibilmente attuali. Ma che la Bibbia potesse contenere anche “segni predittivi e riferimenti riconducibili per analogia a fenomeni scientifici scoperti solo di recente”, rappresenta una notizia inedita e, nello stesso tempo incredibile, soprattutto considerata la lontananza del tempo in cui il libro è stato concepito e redatto.

L’idea che le parole “tutte le cose sono a coppia, a due a due, una di fronte all’altra” potessero riferirsi al  DNA, la cui struttura è formata da due filamenti che stanno uno di fronte all’altro mi è subito balenata ma, sul momento, mi è sembrata del tutto  “insensata”. In tempi successivi, riprendendo l’argomento, ho pensato di consultare diverse Bibbie, per vedere se per caso c’erano differenze sostanziali di parole nelle varie traduzioni, ben sapendo che spesso troviamo  sfumature di vocabolario fra una Bibbia e l’altra nella traduzione dal greco, una lingua molto ricca e versatile che offre al traduttore diverse opportunità nella scelta dei vocaboli.

La sorpresa è stata che, analizzando tutte le traduzioni bibliche disponibili, venivano fuori molte parole che si adattavano perfettamente e arricchivano di contenuto e di significato la frase in esame. Integrando questo versetto con le nuove frasi e con le nuove parole rilevate nelle varie traduzioni, è stato elaborato “un nuovo testo” che, pur mantenendo le caratteristiche letterarie e narrative identiche all’originale, ha consentito di ricostruire e rielaborare delle parole originariamente oscure e di difficile interpretazione ma, in ogni caso, ora molto più ricche di numerosi e interessanti particolari. Sicuramente, l’inserimento di nuove parole e frasi tratte dalle varie traduzioni ha arricchito di significato la frase oggetto della nostra indagine,  permettendo di leggerla ed interpretarla all’interno dell’ampio contesto del tema trattato dall’autore in tutto il Capitolo 42, riguardante le meraviglie della Sapienza di Dio nelle opere della natura.

 L’INCREDIBILE CONFERMA

 Riesaminando le parole e tutta la frase “tutte le cose sono a coppia, una di fronte all’altra” e rileggendola all’interno del nuovo testo elaborato, da una visione d’insieme e da una angolatura prettamente scientifica, si possono intravedere segni, parole e precisi riferimenti che, a conferma del sospetto iniziale, per analogia, si possono associare alla struttura bio-molecolare del DNA. Come molti sanno, il DNA rappresenta la fonte e la base su cui si fonda la vita di un essere vivente, sia animale che vegetale.

Sotto l’apparente indovinello in effetti si potrebbe celare, con grande stupore e con sufficienti indizi, la formula bio-molecolare del DNA nella sua forma strutturale dei due filamenti accoppiati (le due catene nucleotidiche), posti l’uno di fronte all’altro.

 Dalle varie traduzioni bibliche incredibilmente, si rilevano diversi vocaboli che fanno riferimento non solo alle caratteristiche fondamentali della struttura del DNA, ma anche ad alcune sue funzionalità, persino rinveniamo istruzioni, consigli e moniti per un uso etico e corretto delle cose create da Dio.

PRESUPPOSTO
Libro del  Siracide Cap 42
LA SAPIENZA DI DIO  NELLE OPERE DELLA NATURA (vv.15-25)
L’Altissimo conosce tutta la scienza e osserva i segni dei tempi (v.18)
annunciando le cose passate e future e svelando le tracce di quelle nascoste (v.19)

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IL NUOVO TESTO ELABORATO

 Tutte le cose sono in coppia, l’una di fronte
all’altra,
abbinate e appaiate a due a due (1)

Tutte sono vive (2)  Tutte sono necessarie (3)

Nulla può essergli aggiunto e nulla tolto (4)

Tutte sono differenti e si corrispondono l’una dall’altra (5)

L’una con l’altra si comunicano il bene (6)

L’una completa e conferma la bontà e i pregi dell’altra, 
l’una specifica i meriti dell’altra, ogni cosa contribuisce
al bene dell’altra, di ognuna ha assicurato  il bene
per mezzo dell’altra (7)

Tutto quello che ha fatto è stabile (8)

Tutte gli obbediscono per ogni evenienza,
e sempre in ogni occorrenza (9)

E se ti metti a contemplare l’opera di Dio non finisci mai (10)

Chi può saziarsi d’ammirarne la bellezza,
e finirà di contemplare la Sua Gloria? (11)

 

COMMENTO

(1) Tutte le traduzioni bibliche del cap.72 versetto 24 del Siracide, riportano la medesima dicitura:

 

 

Tutte le cose sono in
coppia, l’una di fronte
all’altra, abbinate e
appaiate a due a due

 

 

 

 

Ritengo che abbiamo a disposizione “elementi sufficienti” per poter associare, il termine generico “le cose”, alla molecola del DNA, formata da tante unità seriali, chiamate basi azotate, appaiate l’una di fronte all’altra (rappresentate nella figura con A,T,G,C) a formare due filamenti (i due nucleotidi), che compongono l’unità di base della classica struttura molecolare del DNA (vedi modelli qui sopra rappresentati).  Il tutto sembra essere confermato e suffragato dalle successive parole che, con minuziosità e incredibile precisione, ne descriverebbero non solo la natura e le caratteristiche, ma anche alcune importanti funzioni, perfino vengono impartite delle istruzioni per un uso etico e corretto delle cose. E’ questo che la scienza ha scoperto per la prima volta nel 1953 ad opera degli scienziati Watson e Crick, che presentarono il primo modello di DNA, ossia il modello a doppia elica, così come oggi lo conosciamo: “Due filamenti appaiati l’uno di fronte all’altro, con una struttura chimica formata da due catene polinucleotidiche, appaiate e avvolte a spirale intorno allo stesso asse, in modo da formare una doppia elica”.

(2) Tutte sono vive  – Nessun dubbio che queste due cose sono vive, perché  rappresentano  la vita in se stessa e costituiscono l’essere vivente nella sua pienezza e interezza.

(3) Tutte sono necessarie  – Tutte e due le cose sono necessarie, vuol dire che non può esistere un solo elemento (una sola catena, il nucleotide) per poter esprimere il loro valore e la loro funzione.

(4) Nulla può essergli aggiunto e nulla tolto –  La struttura delle cose è immodificabile, perché tutto quello che è stato creato da Dio rappresenta la perfezione. Con questa frase, sembra che l’autore vuole inviare un monito al mondo futuro, per dire che non è permesso “modificare” o “manipolare” le cose create da Dio. Violare il codice genetico del DNA, con lo scopo di modificare la natura dell’essere vivente  potrebbe rappresentare una trasgressione al progetto divino della creazione, emblema della perfezione. Dal libro della Genesi apprendiamo che la vita rappresenta un dono di Dio, sacro e inviolabile, che l’uomo ha il compito di ammirare, custodire e salvaguardare.

(5) Tutte sono differenti e si corrispondono l’una dall’altra – La traduzione dall’ebraico recita: “Ogni cosa è diversa l’una dall’altra, non ne ha fatto alcuna invano”. Riferendoci alla struttura del DNA, possiamo affermare che ciascun filamento si presenta strutturalmente diverso uno dall’altro: ciascun componente strutturale di base, il nucleotide, è differente sia per posizione (sequenza) che per la formula chimica. Inoltre le due catene si corrispondono reciprocamente l’una con l’altra. In termini scientifici sono chiamate “catene complementari” e vuol dire che si completano vicendevolmente. Ciascuna catena non può esistere da sola, perché l’una dipende ed è in dipendenza dall’altra.

(6) L’una con l’altra si comunicano  il bene –  Le due cose comunicano il bene”, si scambiano fra di loro informazioni finalizzate al bene della vita. Alcune traduzioni ci fanno rilevare, con grande meticolosità e precisione nella terminologia, che le due cose SI comunicano il bene fra di loro, l’una PER MEZZO dell’altra, a confermare in l’indiscutibile caratteristica di “reciprocità funzionale” insita della struttura bio-molecolare del DNA.

(7) L’una completa e conferma la bontà e i pregi dell’altra, l’una specifica i meriti dell’altra, ogni cosa contribuisce al bene dell’altra, di ognuna ha assicurato il bene per mezzo dell’altra                           Il Siracide sembra chiarire e ribadire, con diversa e incredibile minuziosità nella scelta dei vocaboli, e con altrettanta precisione, il concetto precedente di bene. I verbi utilizzati dai vari traduttori sonocompletare , confermarespecificare , contribuireassicurare.Questi verbi rendono più che esaustivo il concetto binario di “reciprocità” delle cose del creato: “l’una cosa è stata creata per completare e servire l’altra”. Le due espressioni: SI comunicano il bene fra di loro” e l’una per mezzo dell’altra”, trasmettono il “principio di complementarietà” insito in alcune cose della natura. Queste parole che ci consentono di avvalorare il senso e l’interpretazione che abbiamo dato al testo del Siracide, associando le sue parole apparentemente enigmatiche, per analogia , alla struttura molecolare del DNA, con specifico riferimento alla complementarietà delle due catene.

La scienza li descrive come: “Due filamenti che dipendono vicendevolmente l’uno dall’altro,
insieme indispensabili, nell’esprimere il codice genetico che identifica e caratterizza
in modo univoco ciascun essere vivente esistente sulla terra, animale o vegetale”

(8) Tutto quello che ha fatto è stabile – Il DNA è alla base fondamentale della vita, e la stabilità del sistema è una prerogativa indispensabile per assicurare che tutte le informazioni genetiche, con le caratteristiche ereditarie, vengano trasmesse correttamente e senza errori da un individuo all’altro, al fine di assicurare la costanza dei caratteri ereditari che rendono un individuo simile ai suoi genitori. Sappiamo, dalla struttura chimica del DNA, che la stabilità di ciascuna catena nucleotidica è assicurata da legami forti, cosiddetti “covalenti”. La stabilità del genoma di un essere vivente, sul piano funzionale, è garantita dai “perfetti” meccanismi di replicazione del DNA. Eventuali errori di replicazione producono una mutazione del genoma, un fenomeno al di fuori del progetto originario di Dio. Infatti, la scienza ha accertato che una eventuale mutazione del DNA, generalmente, può essere causata dall’interazione del genoma con “agenti mutageni”, sostanze chimiche  tossiche prodotte artificialmente, introdotte dall’uomo nell’ambiente naturale da quando esiste la cosiddetta ‘società industriale’.

(9) Tutte gli obbediscono per ogni evenienza, e sempre in ogni occorrenza – Le “due cose” che rappresentano il DNA costituiscono la fonte della vita. Dio ha creato un sistema perfetto e per poter funzionare correttamente è necessario obbedire al suo Creatore e conformarsi alla sua volontà. Dal libro della Genesi apprendiamo che Dio ha creato la vita e quindi abbiamo il dovere morale di obbedire al nostro Creatore. La vita è un valore assoluto, l’uomo non può disporne a suo piacimento, egli è tenuto a rispettare la volontà divina esercitando il suo servizio di custode e fruitore della creazione

(10) E se ti metti a contemplare l’opera di Dio non finisci mai  –   Contemplare la struttura del genoma di un essere vivente, nella sua piccolezza e in tutta la sua complessità, non può non destare un senso di meraviglia e di stupore. Il credente vi intravede la gloria di Dio.

(11) Chi può saziarsi d’ammirarne la bellezza, e finirà di contemplare la Sua Gloria? – L’interrogativo naturalmente è retorico: nessuno potrà mai finire di ammirare e di contemplare l’opera di Dio, simbolo della perfezione assoluta. L’uomo, a causa della sua finitudine, non sarà mai in grado di scoprirla in tutte le sue parti, non gli rimane che  contemplare la sua bellezza. L’autore con queste parole sembra che voglia  inviarci un messaggio di estrema attualità e, nello stesso tempo, indirettamente anche un monito:

 “E’ doveroso impegnarsi nel rispettare la “vita” e la “natura”: due elementi che devono costituire per l’uomo solo  “oggetti” di contemplazione e non “soggetti” di manipolazione.

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Nei paragrafi:

dal   1  al 4  viene descritto lo stato e le caratteristiche di tutte le cose

dal    5  al  8  vengono descritte le funzioni di tutte le cose

al      9   viene ricordato il dovere dell’uomo all’obbedienza al suo Creatore

dal   10  e al  11  si inneggia all’opera e alla gloria di Dio creatore

 

LE CONCLUSIONI DELLA RICERCA

Dalle analisi di comparazione letteraria delle varie traduzioni bibliche, dal versetto 15 al 25 del Capitolo 42 del Libro del Siracide, è innegabile che esse “tutte” collimano coerentemente e armonicamente tra di loro nel descrivere le opere del creato. Il testo elaborato, ricostruito e arricchito di significato grazie all’aggiunta di parole e frasi tratte dalle molteplici traduzioni, mantiene la medesima struttura narrativa, ma presenta una maggiore organicità lettertaria e completezza nei contenuti che, a mio avviso, consentono anche la possibilità di darne un senso e una interpretazione.

E’ evidente che l’autore a quei tempi, siamo nel 200 a.c. circa, non essendo a conoscenza di speciche cognizioni scientifiche, né di termini tecnici adeguati (che sono stati acquisiti dalla ricerca scientifica solo a partire dagli anni ’50) poteva esprimersi solo con parole e frasi allusive, con degli indizi predittivi che rispecchiano fedelmente il frutto della sua ispirazione, della sua lungimiranza e della sua personale intuizione.

E’ certo che la Bibbia è un libro di fede e, come tale, non può essere portatrice di dati scientifici precostituiti, però vi si possono scoprire le tracce e i segni di quella scienza ancora “nascosta”, espressione della divina sapienza creatrice di Dio.

Anche il Cardinale Gianfranco Ravasi, nell’opuscolo edito da Mondadori “Conversazioni Bibliche”, nel prendere in esame la frase del Siracide “tutte sono a coppia, una di fronte all’altra, egli non ha fatto nulla di incompleto”, ne fa testualmente una <considerazione di ordine scientifico> addirittura, in riferimento alla traduzione dall’ebraico, associa il versetto (Sir.42,24) alla diversità delle <impronte digitali> degli esseri viventi.

Personalmente, come già precedentemente affermato, ritengo di poter correlare le parole del Siracide: “Tutte le cose stanno a due a due, l’una di fronte all’altra” alla struttura del DNA, avvalendomi di alcune precise analogie di terminologia, rilevabili nelle varie traduzioni bibliche, che si accordano con le basilari conoscenze scientifiche che oggi conosciamo, sia sulla formula chimica, sulla struttura molecolare che su alcune funzioni del DNA.

Lascio, comunque, una ulteriore e obbiettiva valutazione o eventuali commenti ai lettori.

Sento il dovere di esprimere il mio più caloroso ringraziamento al biblista Don Mario Martorina, per i suoi preziosi consigli e per suo ineccepibile contributo esegetico, avvalorando e corroborando, con numerosi e precisi riferimenti delle Sacre Scritture, l’approccio metodologico che ha portato a comfermare l’idea  di poter associare le parole del Siracide alla struttura del DNA.

Sono in attesa di un riscontro ufficiale da parte degli organi istituzionali della Chiesa di Roma a cui è stato già inviato, per conoscenza, un plico con i dati e con i risultati della presente indagine relativa al Cap.42 del Libro del Siracide.

                                 Autore della ricerca biblica:    Antonio Caruso Biologo

Attenzione: Il presente articolo costituisce uno stralcio, rappresenta solo una parte del lavoro di ricerca, il minimo essenziale per quanto possa bastare al lettore per acquisire l’idea sui termini e sui valori di questa indagine biblica. Coloro che sono interessati ad approfondire l’argomento nella sua interezza e nella sua reale complessità, necessariamente, sono pregati di consultare il testo completo.

La ricerca completa, con i dettagli e tutti i particolari, è pubblicata su internet all’indirizzo:                                      http://www.bibbiadna.it

Il lettore vi potrà seguire tutto l’iter gestazionale, la metodologia adoperata, lo studio sulle varie traduzioni bibliche , la valutazione seguita per la scelta delle parole e frasi, lo sviluppo redazionale conclusivo della ricerca, il commento esegetico del biblista Don Mario Martorina e del giudizio preliminare positivo di S.E il Vescovo Mons. Antonio Staglianò, già vescovo di Noto e ora Presidente della Pontificia Accademia di Teologia.

Eventuali note, osservazioni o critiche si possono inoltrare all’autore al seguente indirizzo di posta:

dvrantonio@gmail.com