POZZALLO – Al porto di Pozzallo il destino ha messo di fronte un giovane migrante e uno dei suoi ex carcerieri libici. Giunto in Italia a bordo di un barcone per cercare una nuova vita, il giovane ha riconosciuto il suo ex aguzzino tra i migranti sbarcati, permettendo così l’avvio di un’indagine che ha portato a una pesante condanna. Il processo, celebrato con rito abbreviato, si è concluso con la condanna a 20 anni di carcere per l’imputato, un altro migrante ritenuto responsabile di crimini efferati. La vittima, secondo quanto riporta l’agenzia Agi, aveva vissuto il dramma della schiavitù e della tortura in una connection house in Libia, dove era stato sequestrato, seviziato, violentato e abusato. I trafficanti avevano inviato alla sua famiglia i video delle torture per ricattarla, costringendola a pagare 9.000 euro per la sua liberazione. Solo dopo il pagamento, al giovane era stato concesso di imbarcarsi per l’Italia, con la speranza di cancellare gli orrori subiti.