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Una fotografia della reale condizione del centro storico di Ragusa elaborata nell’ambito di una indagine sociale

RAGUSA – Una fotografia della reale condizione del centro storico di Ragusa è stata elaborata dall’Associazione Happyesse nell’ambito di un’indagine sociale. A condurre l’indagine un’equipe formata da Filippo Spadola, curatore del disegno di ricerca e del report, Letizia Zanini autrice degli strumenti di ricerca, conduttrice delle interviste e co curatrice del report, Paolo Pricone, rilevatore e addetto all’elaborazione dei risultati, Angela Salerno e Sara Menucci, rilevatrici, Marco Carnemolla, coordinatore. L’indagine è stata condotta su un campione casuale di 281 soggetti, mediante la somministrazione di 260 questionari rivolti a residenti e fruitori del quartiere e 21 interviste semi – strutturate rivolte a testimoni privilegiati, quali commercianti, parroci, parrocchiani, personale di associazioni attive nel sociale etc.

L’ipotesi secondo cui il centro storico, negli ultimi 10-15 anni, si sarebbe “svuotato” e “riempito di stranieri” non trova una conferma immediata nei numeri. La popolazione complessiva del quartiere è cresciuta (+16,6%) e la presenza straniera non è un fenomeno recente. Già nel 2009 gli stranieri rappresentavano il 20,7% dei residenti del centro; oggi sono il 22,6%. Ciò significa che la loro presenza non è improvvisa, ma strutturale. Va però aggiunto un elemento rilevante: nel periodo 2009–2024 gli stranieri aumentano del 27%, mentre gli italiani solo del 13,8%, con una conseguente crescita della loro incidenza relativa. La percezione di una “sostituzione” non nasce da un aumento assoluto, ma da un rapporto percentuale che cambia. E’ dunque possibile che il cambiamento percepito si situi altrove. Una prima ipotesi riguarda la visibilità: gli stranieri non sono molto più numerosi, ma sono molto più presenti nello spazio e, parallelamente, i residenti italiani hanno progressivamente ridotto la propria presenza fisica nel quartiere.

Una seconda ipotesi riguarda il modo di abitare: i dati anagrafici dicono che la popolazione è aumentata, ma la realtà urbana mostra molte case chiuse, cartelli “vendesi/affittasi” e immobili abbandonati. Infine, va considerato un terzo elemento: i dati anagrafici registrano solo i residenti regolari. È plausibile che nel quartiere vivano anche persone non ancora registrate, ospiti temporanei, stagionali, lavoratori irregolari, persone in subaffitto, ecc. Questa componente non compare nelle statistiche, ma contribuisce alla percezione di maggiore presenza straniera e di trasformazione sociale.