Il Codacons denuncia come, nonostante le numerose dichiarazioni e gli annunci di riforma, la legge di bilancio non preveda alcuna riduzione del canone Rai, che resterà fissato anche per il 2026 a 90 euro. Secondo l’associazione, questa scelta rappresenta un ulteriore aggravio per le famiglie italiane, già messe a dura prova dall’aumento del costo della vita e da un contesto economico difficile. Ogni anno il canone garantisce allo Stato circa 1,9 miliardi di euro di entrate, riscossi attraverso l’addebito automatico nella bolletta elettrica, in virtù della presunzione di possesso di un apparecchio televisivo.
Il giurista e Segretario Nazionale del Codacons, Francesco Tanasi, dichiara che è inaccettabile come, dopo tante promesse di riduzione e azzeramento, il governo continui a mantenere in vita un tributo ormai privo di giustificazione. Il canone Rai è una tassa obsoleta che pesa ingiustamente sulle famiglie e colpisce soprattutto i nuclei a reddito medio basso. Tanasi aggiunge che la Rai deve poter competere nel mercato televisivo come qualunque altra emittente, sostenendosi attraverso la raccolta pubblicitaria e non con un’imposta obbligatoria a carico dei cittadini. Il giurista prosegue chiedendo che l’esecutivo apra immediatamente un tavolo di confronto per giungere all’abolizione definitiva del canone, offrendo così un segnale concreto di equità e rispetto verso i contribuenti. – conclude Tanasi.

