Nei primi 7 mesi del 2025 si contano 437 infortuni mortali in occasione di lavoro e 170 in itinere. Lombardia, Veneto, Campania e Sicilia anche a fine luglio sono le regioni con il maggior numero di vittime totali. I settori più colpiti: Costruzioni, Attività Manifatturiere, Trasporti e Magazzinaggio e Commercio. Si registra ancora una lieve diminuzione nel numero complessivo delle denunce di infortunio. I dati sono dell’osservatorio Vega. I dati più aggiornati oggi disponibili, che includono il mese di luglio, ci dicono che il fenomeno degli infortuni sul lavoro non trova tregua nei mesi estivi. Il bilancio delle vittime sul lavoro è sempre più drammatico: si contano già 607 decessi, 30 in più dello scorso anno (+5,2%). Andando ad analizzare il dato più nel dettaglio, a fronte di una stabilità degli infortuni mortali avvenuti in occasione di lavoro (3 in meno), si registra un aumento del 24,1% degli infortuni in itinere”. Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, apre così il commento alla più recente indagine elaborata dal proprio team di esperti. E aggiunge: “L’emergenza continua nel nostro Paese, dimostrando che non riusciamo a incidere sulle cause degli infortuni mortali che nel tempo non diminuiscono e spesso si ripetono con le stesse modalità”.
A finire in zona rossa a luglio 2025, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 18,3 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori), sono: Basilicata, Umbria, Campania, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Puglia. In zona arancione: Abruzzo, Liguria, Calabria, Veneto e Sardegna. In zona gialla: Piemonte, Valle d’Aosta, Toscana, Marche, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Lombardia. In zona bianca: Lazio e Molise. Sono 607 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 437 in occasione di lavoro (3 in meno rispetto a luglio 2024) e 170 in itinere (33 in più rispetto a luglio 2024). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (64). Seguono: Campania (44), Veneto (43), Sicilia (36), Piemonte (33), Puglia (30), Emilia-Romagna, Lazio e Toscana (29), Liguria (13), Trentino-Alto Adige e Umbria (12), Abruzzo, Calabria, Marche e Sardegna (11), Basilicata (9), Friuli-Venezia Giulia (8), Molise e Valle d’Aosta (1). (Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia).
L’Osservatorio mestrino elabora anche l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età e lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati). Nei primi 7 mesi dell’anno, l’incidenza più elevata si registra nella fascia d’età degli ultrasessantacinquenni (61,4) e in quella compresa tra i 55 e i 64 anni (29,1), seguita dalla fascia di lavoratori tra i 45 e i 54 anni (18,3). Numericamente la fascia più colpita dagli infortuni mortali in occasione di lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (155 su un totale di 437).