SCICLI – La procura di Ragusa ha emesso un decreto di fermo a carico di un 30enne tunisino, irregolare sul territorio nazionale e destinatario di un provvedimento di espulsione dal territorio nazionale, ritenuto essere l’autore dell’accoltellamento che ha causato la morte di un connazionale mercoledì scorso a Cava d’Aliga. L’uomo, a seguito dei primi accertamenti effettuati, è risultato gravemente indiziato dell’omicidio del 36enne. Le ricerche, avviate immediatamente dopo il ritrovamento del cadavere, hanno subito consentito di bloccare tra i campi della zona ove si era verificato il delitto, un uomo, corrispondente alla descrizione data da alcuni testimoni della persona che si era data alla fuga dal luogo dell’evento delittuoso, rintracciato a circa 500 metri da lì.
Le attività di indagine hanno consentito di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti, ossia un alterco sfociato in una violenta aggressione, culminata con un fendente letale al polmone sinistro dell’ucciso. L’arma del delitto, un coltello da cucina di 25cm, ancora intriso di sangue, è stato rinvenuto a circa 300 metri di distanza dal luogo del delitto, a seguito di prolungate ricerche, protrattesi per tutto il pomeriggio del 20 agosto ad opera dei militari intervenuti, che hanno perlustrato minuziosamente tutta l’area circostante fitta di alta vegetazione e sterpaglie, fin quando l’arma da taglio non è stata ritrovata. Al fine di appurare il movente del delitto e ricostruire l’ordine cronologico degli eventi, i militari, unitamente al Pubblico Ministero intervenuto sui luoghi, hanno escusso a lungo numerosi testimoni, le cui concordanti dichiarazioni hanno consentito di suggellare un quadro indiziario preciso ed affidabile in ordine alle ipotizzate responsabilità del fermato, che si trova ora rinchiuso nel carcere di Ragusa.